Presentata a Pordenone la nuova stagione del Verdi
Prosa con Gassman, Gifuni e la Muti. Musica con Accardo, Kremer e Brunello

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PORDENONE.
«Molto di tutto, per offrire al pubblico il più ampio panorama». Una vocazione enciclopedica sottolineata da Emanuela Furlan, direttore per la prosa al Verdi di Pordenone, presentando l’imminente stagione, che, nonostante i tagli di bilancio, non ha subito riduzioni consistenti. Ventitré spettacoli e 52 repliche per la prosa, 23 eventi per musica e danza (direttore Franco Calabretto).
Se il buongiorno si vede dal mattino, appare incoraggiante il fatto che il kolossal
I demoni
, 11 ore di spettacolo il 23 ottobre, replica il giorno dopo, ha già registrato il tutto esaurito.
Pordenone si conferma, inoltre, approdo per le migliori produzioni in tournée. Tra i ritorni eccellenti, quelli di Alessandro Gassman, attore e regista di
Roman e il suo cucciolo
, dei Momix con le sorprendenti evoluzioni di
Bothanica
del caleidoscopico Aurturo Brachetti. Glauco Mauri e Roberto Sturno saranno protagonisti de
L’inganno di Shaffer
, mentre il pluripremiato Giuseppe Battiston presenterà con Gianmaria Testa una produzione dedicata a cinquant’anni di concezione del lavoro, da sinonimo di felicità a strumento di precarietà. Per i classici, due commedie intramontabili:
I rusteghi
di Carlo Goldoni, per la regia di Gabriele Vacis, con, tra gli altri, Natalino Balasso, e
Il misantropo
di Molière per la regia di Mario Perrotta.
I 150 anni dell’Unità di Italia saranno celebrati con sei spettacoli, tra i quali quello di Fabrizio Gifuni in
L’ingegner Gadda va alla guerra
. La giovane friulana Marta Cuscunà, invece, racconterà la figura della staffetta partigiana Ondina Peteani nello spettacolo
È bello vivere liberi.
L’ebreo
L’ebreo
, una vicenda che trova radici nella promulgazione delle leggi razziali, porterà a Pordenonese una convincente Ornella Muti.
Io quella volta lì avevo 25 anni
, di Giorgio Gaber, è una personale, dolorosa e sarcastica storia d’Italia a cui darà voce Claudio Bisio.
Per quanto concerne il musical, un grande classico:
Aggiungi un posto a tavola
, di Garinei e Giovannini, con Gianluca Guidi, degno erede del padre Jhonny Dorelli. Singolare l’incontro con il matematico Piergiorgio Odifreddi su
La musica dei numeri
.
E in tema di musica si annunciano livelli eccellenti. Il via con i sei concerti del cartellone sinfonico. L’orchestra e il coro del Verdi di Trieste saranno diretti dalle autorevoli bacchette di Reck, Steinberg, Kovatchev, accanto a giovani come Sagripanti e a solisti straordinari come Mario Brunello, Lars Vogt, Michail Lifits, Federico Agostini e Anna Tifu. Del tutto particolare l’incontro con la Tokyo Kosei Wind Orchestra, in assoluto la banda di fiati più famosa al mondo, che – come dice Calabretto – unisce la perfezione nipponica col rigore buddista. Per la prima volta in città, inoltre, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Appuntamenti di prestigio sono anche quelli con Salvatore Accardo, ma anche la prima volta a Pordenone di Gidon Kremer alla guida della Kremerata Baltica, la blasonata Mozarteum Salzburg Orchester diretta da Ivor Bolton e, tra repertorio leggero e pop, lo show degli Oblivion
e il loro travolgente quasi cabaret musicale.
Ritorno sulle scene pordenonesi anche per l’Orchestra di Piazza Vittorio, con una rivisitazione del
Flauto Magico
mozartiano in chiave etnica, e per i Virtuosi Italiani guidati da Federico Mondelci nel sensuale
Astor Piazzolla Tango Suite
. Due gli appuntamenti cameristici, entrambi con il pianoforte protagonista: il
recital
di Alexander Lonquich, cultore del classicismo viennese, e il quintetto con Andrea Lucchesini e il Quartetto di Cremona con un’inedita versione cameristica del
Concerto numero 4
di Beethoven, recentemente scoperta, e che a Pordenone sarà eseguita per la prima volta.
Per la lirica la stagione pordenonese ospiterà lo spettacolo che aprirà il programma del Verdi di Trieste, ovvero
Traviata
, e il curioso abbinamento di due atti unici: il titolo più buffo del celebre
Trittico
di Giacomo Puccini,
Gianni Schicchi
, e il capolavoro di Giancarlo Menotti, fondatore del Festival dei Due Mondi di Spoleto,
La Medium
.
La stagione del balletto andrà da
Divino Tango
, presentato da una compagnia argentina di grande prestigio,
Pasiones Company
, al Balletto di Roma con
Otello
in una ricca e suggestiva coreografia di Fabrizio Monteverde, dal
Don Chisciotte
del Teatro Nazionale della Georgia a
Traviata
(questa volta sulle punte) in una nuova coreografia di Iñaki Urlezaga, la stella del Ballet Concierto, che ne ha allestito una sontuosa versione.
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