Presa a Udine: uccise marito e convivente

di Anna Rosso
Ricercata dall’Interpol perché sospettata d’aver ucciso, fatto e pezzi e murato prima il marito e poi il convivente, la 32enne Goidsargi Estibaliz Carranza Zabala, spagnola di origini messicane, titolare di una gelateria a Vienna, è stata arrestata ieri mattina a casa di un 33enne udinese che la stava ospitando da un paio di giorni. E’ stato proprio il giovane, un artista di strada, a chiamare la polizia. Due agenti, intorno alle 8, hanno raggiunto il suo appartamento, nel quartiere di via Riccardo Di Giusto, hanno bloccato la donna e l’hanno quindi accompagnata in questura. Lei, nonostante la situazione, appariva tranquilla. Non ha fatto resistenza e, poco più tardi, quando si è trovata di fronte agli investigatori della Squadra mobile (guidata dal dottor Massimiliano Ortolan), ha fatto le prime ammissioni in relazione all’uccisione del marito, Holger H. di Berlino (che la polizia fa risalire al 2008), e a quella del convivente Manfred H., austriaco, scomparso dal novembre scorso. Ma ripercorriamo i fatti in ordine cronologico per capire che cosa è accaduto da lunedì, giorno del ritrovamento dei due cadaveri a Vienna, a ieri, quando la sospettata, che è al secondo mese di gravidanza, è stata fermata nel capoluogo friulano.
6 giugno: i cadaveri. Lunedì, nel quartiere viennese di Meidling (zona sud), alcuni operai sono scesi nel seminterrato di una palazzina a tre piani che ospita appartamenti, ma anche negozi, un caffè e la gelateria della 32enne. Stavano per installare nuove tubature, quando hanno notato una gamba sporgere da una vasca (di quelle usate dai muratori per mescolare la malta) colma di cemento solidificato. È stata subito avvertita la polizia. Sono venuti alla luce altri resti umani di un corpo che, prima di essere immerso nel calcestruzzo, era stato fatto a pezzi, pare con una motosega. Poi la scoperta del secondo corpo, anch’esso, come il primo, in avanzato stato di decomposizione.
Prime indagini e sospetti. Nello scantinato è stato trovato un cellulare che in poco tempo è stato collegato a Manfred H. Il fatto che Carranza Zabala, che aveva avuto una relazione con lui fino al momento della sua scomparsa, si fosse allontanata immediatamente dopo il ritrovamento dei corpi - azzerando i suoi conti in banca - l’ha fatta diventare la prima sospettata. E così l’Autorità giudiziaria viennese ha emesso un ordine di cattura europeo nei suoi confronti.
7 giugno: la fuggitiva è in Friuli. La 32enne, che i viennesi hanno soprannominato “la baronessa del gelato” per via della sua rinomata attività, è arrivata in Friuli in taxi. Dopo aver percorso oltre 440 chilometri in taxi, ha deciso di fermarsi per la notte in un hotel di Cavazzo Carnico. Ha pagato la stanza intorno alle 8 di mercoledì, dicendo che forse sarebbe tornata la sera.
8 giugno: l’incontro a Udine. Invece si è messa in viaggio verso Udine: prima, con un passaggio, ha raggiunto Tolmezzo ed è poi arrivata a Udine in treno. Davanti a un locale di Borgo stazione ha incontrato il musicista udinese che, dopo un caffè e qualche chiacchiera, ha deciso di ospitarla a casa sua. La donna, infatti, gli aveva raccontato di essere in difficoltà perché in fuga da un marito violento.
9 giugno: giornata tranquilla. Il 33 udinese ha trascorso anche la giornata di giovedì in compagnia di Goidsargi Estibaliz. Insieme sono andati in giro per locali e negozi. Sono entrati anche in un Internet point, dove lei ha consultato alcuni siti che riportavano notizie in lingua tedesca. Aveva poi ripetuto analoghe ricerche on-line anche utilizzando il telefono del giovane. Dopo una piccola spesa, i due sono rientrati a casa e hanno trascorso ancora un po’ di tempo insieme.
Ieri notte: lui capisce tutto. Durante la notte il 33enne, con il cellulare, si è ricollegato agli stessi siti visti dalla donna. Erano in tedesco, ma utilizzando un programma di traduzione automatica, è comunque riuscito a comprenderne il significato. C’era anche una fotografia di lei. All’improvviso lui ha capito tutto. E non ha esitato a rivolgersi alle forze dell’ordine. Poco dopo le 7 di ieri ha telefonato al 113 e ha spiegato la situazione alla polizia che, comunque, stava già cercando Carranza Zabala dalle 3 di giovedì, quando in questura a Udine è arrivata una segnalazione dall’ufficio romano dell’Interpol “Sirene”, specializzato nella ricerca dei latitanti europei. Secondo gli investigatori della capitale, la spagnola avrebbe dovuto trovarsi all’hotel di Cavazzo. Ma quando, giovedì mattina presto, gli agenti friulani sono arrivati alla reception dell’albergo, la donna non c’era già più da circa 24 ore.
Il fermo e la “confessione”. Ieri, dopo aver ricevuto la segnalazione del giovane udinese, i poliziotti hanno raggiunto il suo appartamento e hanno sottoposto la donna (che aveva con sé solo due borse, denaro e il passaporto) a fermo e hanno raccolto le sue prime ammissioni. «Ho fatto tutto da sola».
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