Porto Nogaro, un’altra batosta stop a navi da 500 tonnellate

Un’altra tegola sull’operatività dello scalo portuale di Porto Nogaro: la Capitaneria di porto ha emesso un’ordinanza che limita l’ingresso a Porto Buso a navi con stazza lorda superiore a 500 tonnellate a causa dell’assenza di 4 “mede” (i segnalamenti marittimi ottici) lungo il canale di accesso alla banchina di porto Margreth.
A queste navi mercantili, abilitate alla navigazione in acque internazionali o nazionali marittime, sarà concesso l’accesso lungo il canale navigabile a uso marittimo di Porto Nogaro soltanto a certe condizioni meteo: la forza del vento non superiore a 5 (vento teso), lo stato del mare non superiore a 4 (molto mosso, cioè altezza media delle onde 1,25 –2,50 metri).
L’assenza delle “mede”, si legge nell’ordinanza, «costituisce grave pregiudizio per la sicurezza della navigazione lungo il canale navigabile ad uso pubblico marittimo dello sorgitore (scalo) di Porto Nogaro». Laddove si verifichino condizioni meteo-marine inferiori ai limiti sopraesposti «la navigazione risulterebbe non esperibile in sicurezza», infatti senza la segnalazione è possibile l’uscita dal canale navigabile con il rischio di incagliamento della nave.
Il comandante della Capitaneria Roberto Cerruti ha immediatamente segnalato l’assenza delle mede alla Direzione centrale Infrastrutture e territorio – Servizio porti e navigazione interna della Regione hiedendo il ripristino dei segnali, e al Comando marittimo Nord–La Spezia affinché emani un apposito avviso urgente ai naviganti.
Dunque, dopo l’ordinanza emessa dalla stessa Capitaneria il 27 febbraio sulla riduzione dei pescaggi di accesso allo scalo di porto Margherth (portandoli da 6,20 metri medio mare a 5,50 metri a seguito dell’incagliamento di una nave battente bandiera del Belize, in un banco di sabbia in prossimità della boa foranea di Porto Buso), ora arriva questa ulteriore limitazione che rende ancora più problematica l’operatività dello scalo commerciale.
Da otto mesi si attendono i dragaggi del canale, per i quali l’assessore regionale Sergio Emidio Bini (come evidenziato in un recente incontro con gli operatori di Nogaro, tra cui i presidenti delle due imprese portuali, Ernesto Milan e Sandro Midolini) ha chiesto un tavolo con il Ministero dei Trasporti per risolvere i problemi.
Preoccupati gli operatori, che non contestano l’operato della Capitaneria di Porto ma che rilevano come già la riduzione dei fondali abbia portato danni allo scalo friulano che difficilmente potrà ripetere i brillanti risultati del 2018: un +21,5 % rispetto al 2017 e 1.343 600 tonnellate di merci movimentate.
Va sottolineato che grazie anche all’accordo con il porto di Mariupol (Ucraina) per il trasporto dei manufatti di acciaio (bramme) per i cinque laminatoi della Ziac, lo scalo era di fatto ritornato ai numeri precedenti all’inizio della contrazione della movimentazione delle merci iniziata di dieci anni fa. Ricordiamo che il porto di San Giorgio di Nogaro , con il suoi 450 addetti diretti e gli altri 1500 indiretti, è la più grande azienda della zona industriale dell’Aussa Corno.—
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