Porto Nogaro, il crollo: scambi a - 18 per cento

I presidenti delle imprese portuali parlano di «situazione più che mai difficile». Milan e Midolini: problemi irrisolti (dragaggi); politica e istituzioni lontane.

SAN GIORGIO DI NOGARO. Si fa drammatica la situazione dello scalo di Porto Nogaro che, nei primi sei mesi del 2011, ha fatto registrare un meno 18%, passando dalle 633.550 mila tonnellate del 2010 alle 520.269 attuali. Preoccupante il quadro che fanno i presidenti delle due imprese portuali, che ribadiscono come «la situazione già di per se negativa registrata nel 2010, oggi appare più che mai difficile e le cause restano irrisolte», chiamando in causa le istituzioni di tutti i livelli e Confindustria «staccata da questa realtà».

«Per risolvere almeno l’annoso problema dei dragaggi, la squadra non c’è. Come Imprese portuali - sottolineano Ernesto Milan della Porto Nogaro e Sandro Midolini dell’omonima azienda -, continuiamo a lavorare con i soliti problemi dei dragaggi, ma oggi la situazione sta diventando ancora più grave perché a Chioggia, diretta concorrente di Porto Nogaro, si sta scavando per portare i fondali a meno 7.50 metri, mentre noi restiamo a 6.50: questo per noi significherà un’ulteriore recessione dei traffici».

«Sappiamo delle positive notizie di questi giorni in merito al dragaggio del Corno, ma i tempi restano lunghi: se tutto andrà bene si inizierà a scavare a fine anno o in primavera, così- aggiunge Midolini- avremo perso ancora un anno. La politica non si rende conto di queste problematiche: fondi regionali per i porti non ci sono e il Consorzio Aussa Corno non dispone delle risorse necessarie dal 2008. Va sottolineata anche la situazione che si creata per il rinnovo del Cda della Ziac e per il commissario delegato ai dragaggi (Menchini ha sicuramente ben lavorato), che blocca il sistema 5-6 mesi prima della scadenza perché gli uomini si interessano alla riconferma e, questo per l’Aussa Corno, se viene nominato un nuovo presidente prima che venga a conoscenza della situazione vanno avanti altri sei mesi e intanto c’è l’impasse totale. Intanto a Chioggia si draga e le navi per le acciaierie vanno a Monfalcone e Trieste».

Se Midolini non lesina frecciate, neppure Milan è da meno e sottolinea che l’incertezza per queste nomine «per Porto Nogaro è disastrosa, per questo chiediamo che chi può acceleri tutte le procedure, soprattutto gli enti regionali preposti, prima che la situazione diventi drammatica. Chiediamo anche che i grandi stabilimenti della zona industriale, anche quelli appena insediati, facciano pressione attraverso Condinfustria affinchè, vista la loro necessità, si risolva l’ormai annoso problema dragaggi. Siamo anche preoccupati dei tempi e delle modalità con i quali si progetta il secondo accesso alla Ziac, anche perché siamo limitati dal collegamento ferroviario (un solo binario):sarebbe auspicabile collegare lo scalo con l’Interporto.

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