Pordenone perde anche la Banca d’Italia
Dopo la chiusura degli uffici Enel ed Eni, la riduzione dei ferrovieri e l’imminente taglio dei treni
L’ULTIMO ADDIO.
Dopo 34 anni chiude la filiale di Pordenone della Banca d’Italia. Dal 2 ottobre cesserà di essere operativa e dal 5 ottobre la sede di via Mazzini sarà chiusa nell’ambito di un processo di riorganizzazione della banca centrale nazionale.
I PRECEDENTI.
Chiusura eccellente, quella di Bankitalia. Ma prima ce l’hanno fatta in tanti: la posta di Pordenone viene smistata a Venezia, Eni ed Enel non hanno più uffici diretti, ridotto il personale ferroviario e di polizia. E, tra poco, toccherà di nuovo ai treni.
C’era una volta la provincia di Pordenone. Il 1968 è stato rievocato solo l’anno scorso: l’autonomia del Friuli occidentale avrebbe comportato tante belle cose, poi effettivamente costruite tassello dopo tassello. Un mosaico di servizi che ora viene inesorabilmente smontato come una margherita avvizzita. Il territorio perde smalto, servizi e istituzioni. L’ultima, in ordine di tempo, non proprio così secondaria, è la Banca d’Italia.
Dopo 34 anni l’istituto di via Mazzini chiude i battenti: dal 2 ottobre la filiale cesserà di essere operativa, dal 5 staccherà tutte le spine, nell’ambito di un processo di riorganizzazione della banca centrale nazionale. Unica consolazione: lo stesso destino tocca ad altre 38 sedi, compresa Gorizia, in regione resteranno aperte Udine e Trieste.
Pordenone, la provincia che traina l’economia regionale, non si vede riconoscere i relativi servizi. Un esempio: quelli postali. Un pordenonese imbuca la sua letterina indirizzata a un concittadino nell’apposita cassetta rossa. Il destinatario della missiva se la vedrà recapitare con un timbretto che recita “Cmp Venezia”. Significa che la sua lettera è stata portata al Centro meccanizzato postale di Venezia e da lì è stata smistata e quindi rimandata a Pordenone. Così avviene da circa un anno, l’estate precedente la stessa procedura annoverava come centro di smistamento Udine.
Poi tocca anche ai treni. Il collegamento Udine-Pordenone-Roma andata al mattino e ritorno alla sera? Tra poco ce lo scorderemo. E’ stato giudicato «non redditizio» dalle Ferrovie dello Stato. Con l’orario invernale potrebbe sparire. A Udine è scattata la mobilitazione, il presidente della Provincia di Pordenone proprio oggi affronterà il problema in sede Upi.
Luglio 2008. Rete ferroviaria italiana ha centralizzato il controllo del traffico ferroviario a Mestre. Questo ha comportato la soppressione del turno notturno del personale addetto a queste funzioni e l’assenza di dipendenti delle ferrovie in stazione. A ciò si aggiunge la carenza di organico della Polizia ferroviaria per cui, a volte, la stazione resta priva di controlli.
Passiamo ai servizi. Gli sportelli delle principali utenze, luce e gas, sono spariti.
Sia Eni sia Enel non hanno più gestione diretta dei servizi al cittadino. Le compagnie stipulano contratti con negozi multiservizi e si appoggiano a questi per garantire i principali servizi all’utenza. L’interfaccia tra il servizio e il cittadino resta il telefono: attraverso un numero verde l’utente deve cercare di trovare risposta (e interventi) ai suoi problemi. Con le conseguenze, in termini di tempo di reazione, di cui anche le cronache si occupano spesso.
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