Pordenone, nel quartiere Ottoboni quaranta famiglie al freddo

PORDENONE. Una trentina d’anni fa, prima che il vento di mani pulite, da Milano, arrivasse a spazzar via la prima repubblica anche a Pordenone, dicevi Villa Ottoboni e ti riferivi al potere. All’albergo in cui si riuniva il G8, il consesso dei grandi della politica e dell’economia del Friuli occidentale, gente che faceva quadrato quando serviva e otteneva ciò che voleva.
Anni rampanti, per la Destra Tagliamento, anni in cui in quel ristorante al piano terra, all’epoca di lusso, si tenevano le feste della Repubblica e quei maestosi palazzi rappresentavano il desiderio di Pordenone di tendere verso l’alto, la modernità, consci di essere la parte buona della regione, quella che fa, invece di chiacchierare, produce il proprio reddito e spesso anche quello degli altri.
Oggi, 2015, non a caso nell’anniversario di “Ritorno al futuro”, chi si trova a transitare davanti al quartiere in cui insiste il complesso Ottoboni si trova di fronte a una realtà completamente diversa. L’albergo è ancora lì, ma avrebbe bisogno di un restyling. Il ristorante è mestamente chiuso, dopo diversi, falliti tentativi di salvataggio.
E i palazzi, beh quelli sono ancora in piedi, anche se il tempo, con le loro facciate, non è stato galantuomo.
Ma i problemi maggiori li vivono coloro che li abitano. Perchè da lunedì scorso la quarantina di famiglie residenti nei condomini B e C dell’Ottoboni (l’A è quello ai piedi del quale c’è la Bnl) sono senza acqua calda e riscaldamento. Un disagio che da lunedì scorso si estenderà fino a sabato per l’acqua calda e fino alla prossima settimana per il riscaldamento.
Il problema è stato determinato dalla necessità di sostituire la centrale termica, che si è guastata lo scorso giugno.
Ma perchè, allora si è arrivati a ottobre? «Nessun ritardo – giura Marco Palin dell’immobiliare Studio San Marco, che amministra i condomini B e C –. A luglio abbiamo avuto il via libera delle assemblee e abbiamo chiamato gli ispettori dell’Azienda sanitaria per rimuovere l’amianto trovato sul posto.
Durante i lavori, conclusi in una decina di giorni, è stata realizzata la nuova centrale termica, proprio per non perdere tempo. Capisco il disagio delle famiglie e mi dispiace per la situazione che stanno vivendo, ma chi è venuto a cercare di capire i motivi di quanto sta accadendo ha compreso che è stato fatto tutto il possibile e anche di più».
Quanto alla desolazione dell’area, non è così semplice intervenire con lavori di restyling. La maggioranza dei millesimi ce l’ha l’hotel e la congiuntura attuale non invoglia a investire. Così si tira a campare, in uno stand by infinito che aumenta solo la malinconia dei pordenonesi autentici. Quelli che passano, alzano il capo, ripensano al periodo d’oro e si ritrovano davanti agli occhi solo i resti della gloria che fu.
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