Pordenone, il sindaco in occasione del 25 aprile: “Non è una festa comandata, dobbiamo pensare ai popoli dove libertà e pace non sono un diritto”

PORDENONE. La guerra in Ucraina rende attuale il 25 aprile e a Pordenone unisce le forze politiche e le diverse sensibilità nel condannare la guerra e ogni restrizione delle libertà.

Lo fa con il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, e con il presidente dell’Anpi, Loris Parpinel, che ha chiarito con le sue parole come nell’associazione pordenonese non ci siano indugi.

«La guerra è una sconfitta dell’umanità e della politica, che deve avere il compito di prevenire o risolvere i conflitti e non lasciarli esplodere e tanto meno alimentare.

Per questo condanniamo la scellerata invasione russa dell’Ucraina, a cui va tutto il nostro sostegno, con la speranza che tutti si adoperino in modo chiaro e sincero perché la guerra cessi e si pongano davvero le basi e di un’Europa pacificata».

Il primo cittadino di Pordenone nel suo intervento ha rimarcato: «Indagare le ragioni di un conflitto è un dovere, evitare semplificazioni anche, tuttavia quando si varcano i confini di una nazione con i carri armati, svaniscono giustificazioni e alibi e vengono in mente le immagini di 70 anni fa.

Ecco perché il 25 aprile non deve essere una festa comandata. In queste ore difficili un pensiero va al conflitto in Ucraina, a tutti i popoli dove libertà e pace non sono un diritto.

“Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor”, così recita Bella ciao – ha citato Ciriani (non senza sorprendere gli esponenti delle forze politiche di sinistra) –. Cosa altro devono aver pensato gli ucraini quando hanno visto carri armati e missili e le truppe invadere le loro città?».

Le note di Bella ciao hanno accompagnato il corteo, alla fine della cerimonia in piazzale Ellero dei Mille, suonate dalla filarmonica della città.

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