Pordenone, “funerale” con festa per la Provincia

A organizzarla i dipendenti: hanno ammainato la bandiera (ora finirà in un cassetto del Comune) e suonato il “Silenzio”

Più che un funerale un commiato, un momento per ricordare «un ente a cui abbiamo dato tanto e che ci ha anche dato tanto». E’ stato un ultimo atto d’amore nei confronti della Provincia quello che racconta Cristina Pianetta, dipendente delle politiche del lavoro già transitata alle dipendenze della Regione da un paio d’anni. Assieme a lei, ieri mattina, c’erano tanti lavoratori di ieri e di oggi, persone che sono cresciute, anche professionalmente, all’interno della Provincia di Pordenone.

In una cerimonia informale, con tanto di ammaina bandiera e “Silenzio”, i lavoratori hanno dato l’ultimo saluto (oggi, sabato 30 settembre, si stacca formalmente la spina all’ente) al gonfalone – che da ieri pomeriggio è stato trasferito al Comune, dove rimarrà in un cassetto – e hanno ricordato quella che da domani non sarà più la Provincia. «E’ stato un momento di ricordo e riflessione nato spontaneamente – prosegue Pianetta – perché ci dispiaceva che tutto si chiudesse nel silenzio. Abbiamo guardato vecchie foto, ammainato la bandiera e fatto alcune riflessioni e infine brindato e mangiato qualcosa che ognuno aveva portato da casa. Il tutto fuori dall’orario di lavoro ovviamente».

Ad ammainare la bandiera è stato Claudio Cudin, già assessore comunale e consigliere regionale, ma soprattutto storico dipendente dell’ente. «Nel 1971, quando l’ente entrò formalmente in funzione – ricorda Cudin – eravamo un piccolo nucleo di dipendenti amministrativi e solo due funzionari e arrivavamo dalla Provincia di Udine. C’era un grande entusiasmo per la nascita di quel nuovo ente, giovane e con personale giovane che è cresciuto assieme e ha sempre lavorato in squadra, sperimentando anche soluzioni innovative nel campo della pubblica amministrazione». Come ha ricordato Patrizia Del Col nel suo intervento, il rapporto tra i dipendenti era stretto e solidale.

«Per un periodo – aggiunge Cudin – sono stato presidente del fondo dei dipendenti e questo aveva 240 iscritti su 260 dipendenti, a dimostrazione del forte senso di appartenenza. Non solo: la contribuzione avveniva in modo proporzionale alla retribuzione».

La Provincia, come rammenta Cudin, è stata per anni punto di riferimento di un territorio. «Sicuramente il tempo richiede un’evoluzione anche dell’architettura istituzionale però un ente che raccolta l’identità e l’unità di un territorio serve sempre. Venuta meno la Provincia non vedo chi possa sostituire questa funzione. E’ importante ritrovare nuove radici in modo che non si perda lo spirito che la Provincia ha incarnato nel tempo».

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