Pop Vicenza, dalla Consob via alle multe

PADOVA. Il venir meno della fiducia verso BpVi? Colpa «della martellante campagna di stampa». Il crollo del prezzo delle azioni? «Effetto delle regole Bce». Le contestazioni? «Infondate». L’ex presidente Gianni Zonin «non poteva avere contezza», «non aveva mezzi e strumenti per esaminare».
Così nell’atto di citazione depositato contro BpVi, l’ex dg Samuele Sorato e il suo vice Emanuele Giustini. Una settantina di pagine da cui si apprende che Zonin, con l’ex Cda, dovrà rispondere personalmente, in sede civile, per 11 milioni di euro a tre ex soci.
Ma anche che sono partite le sanzioni Consob e che l’affare San Marco (società oggi con patrimonio negativo per 10 milioni) e l’investimento di 20 milioni nell’albergo di Cortina, tra gli elementi di danno su cui si basa l’azione di responsabilità al voto martedì, è considerato per Zonin un buon investimento con «probabile prossima realizzazione».
Le cinque sanzioni Consob
Cinque i procedimenti sanzionatori a cui Consob ha dato corso, post ispezioni. Zonin ha presentato le deduzioni, si legge, sono quindi partite le relazioni finali con le sanzioni amministrative per quattro dei cinque procedimenti, per singoli importi da 5 mila a 500 mila euro.
Il primo riguarda la «campagna svuotafondo», realizzata da gennaio 2014 a febbraio 2015 per offrire azioni BpVi presenti nel Fondo di acquisto azioni proprie, «configurando le operazioni come singole negoziazioni su iniziativa dei clienti». Violazioni imputabili a Cda e al suo presidente, dice Consob.
Poi c’è il procedimento per le omissioni di informazioni rilevanti sui prospetti per gli aumenti di capitale. Un terzo per non aver riportato nei «prospetti di base 2014 e 2015 informazioni su sussistenza, entità ed effetti del capitale finanziato». Infine, Consob sostiene che «la Banca avrebbe dato corso a una raccolta di intenzioni di acquisto di azioni BpVi prima della pubblicazione dei prospetti per gli aumenti» senza l’invio della documentazione a Consob. Una sorta di trattativa commerciale riservata.
Le cause civili
Dalle carte emerge che Zonin è stato citato al Tribunale di Venezia dalla signora Emanuela Resnati per un danno di 100 mila euro causa «un ordine di disinvestimento mai messo in esecuzione».
Contro Zonin ci sono altre due cause civili: una di Salvatore Ruggeri per oltre 1,5 milioni sulla perdita di valore di azioni sottoscritte con patto di riacquisto. La terza causa è stata intentata infine da Bruno Motta e Loretta Zangirolami per acquisti di azioni effettuati da due funzionari BpVi a loro insaputa per 9,2 milioni con un debito oggi per la stessa cifra.
Gli affidamenti di Zonin
L’ex presidente precisa «di non aver mai dismesso il proprio pacchetto azionario» (370 mila titoli). Quanto ai fidi Zonin dichiara 41,5 milioni alle aziende del suo gruppo che al 30 ottobre 2016 sono scesi a 31,6 milioni con 20 milioni di affidamenti per una «pratica minibond mai utilizzata».
Zonin difende la scelta del prof. Bini quale «esperto qualificato ed esterno», «le idonee procedure» e il criterio adottato dell’income approach» legato alla reddittività della banca. Scrive il legale nell’atto: «Il principio del market approach avrebbe potuto condurre a esiti non adeguati» mentre con il metodo patrimoniale, i titoli «sarebbero stati valutati con minore enfasi». Si spiega anche che l’incarico non «aveva per oggetto la stima del prezzo del titolo che BpVi avrebbe avuto sul mercato borsistico ma il valore intrinseco dell’azienda».
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