Ponte Meduna, sono rimaste le promesse

PORDENONE. Sono passati quattro anni da quando il cantiere è stato inaugurato, ma il passaggio dell’opera tra Anas – che si è occupata della realizzazione – e Friuli Venezia Giulia Strade non è ancora avvenuto. La storia infinita del collegamento viario tra centro commerciale Emisfero e centro commerciale Meduna continua. E non è solo una questione di burocrazia infinita. Il fatto che la proprietà del tratto stradale sia “sospesa”, fa sì che si crei un rimpallo di responsabilità ogni qual volta si renda necessario un intervento di manutenzione.
La Provincia, anche in un recente passato, si è trovata a intervenire – è avvenuto con le piogge autunnali che avevano allagato le complanari – per sistemare la strada, ma la Provincia non è titolare di quel tratto e in prospettiva, poi, le sue funzioni in materia di viabilità torneranno in capo alla Regione.
L’avvio della progettazione risale al 1998 ma rispetto allo studio di fattibilità originario molte cose sono cambiate nel tempo. Il ponte Meduna, la cui riqualificazione doveva rappresentare il cuore dell’intervento (l’ipotesi era quella di raddioppiarlo), è sparito dalle priorità per ragioni prioritariamente economiche. Si è passati da poco meno di 13 milioni di euro dell’importo di assegnazione della gara per la tratta tra i due centri commerciali, previsti nel 2004, a quasi il doppio della spesa nel 2010 (anche se il quadro finanziario finale dell’intervento resta avvolto nel mistero).
Il tutto per un tratto di poco più di tre chilometri e senza che si sia mai messo mano al ponte, che resta il principale collo di bottiglia della viabilità pordenonese, del tutto inadeguato anche per pedoni e ciclisti. Prima di ogni campagna elettorale l’argomento torna d’attualità, salvo poi finire nuovamente “parcheggiato” in attesa di tempi migliori.
Anche le opere collaterali, quelle che dovevano servire i quartieri che confinano con la Pontebbana (a Zoppola e Fiume Veneto) e sulle cui soluzioni progettuali si sono scannate per anni comunità e amministrazioni contermini, alla fine sono sfumate. Lo scorso novembre la giunta Serracchiani ha deciso di stoppare la soluzione che la Provincia di Pordenone aveva studiato su mandato della precedente giunta regionale per superare l’isolamento degli abitanti.
Per il cavalcavia – detto anche mezzo osso di cane – la giunta Tondo aveva messo a bilancio 3,6 milioni di euro. La Provincia aveva fatto lo studio di fattibilità, Fvg strade bandito la gara per la progettazione preliminare, e la procedura di Via era iniziata il 24 ottobre 2012. La Regione a novembre ha annunciato che si sarebbero studiate soluzioni alternative. Ad oggi non ci sono novità e i soldi previsti per l’intervento – che per esempio potrebbero servire a riqualificare buona parte della Pontebbana – restano chimera.
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