Polvere sospetta, scatta l’allarme antrace

La busta con la sostanza sigillata dai vigili del fuoco. Direttore e impiegata sottoposti a profilassi antibiotica preventiva
Di Ilaria Purassanta

Busta sospetta alla sede di Equitalia in via Vespucci, scatta l’allarme antrace anche a Pordenone, come negli uffici di Padova e Belluno. Quando ha preso in mano la lettera, ieri pomeriggio, l’impiegata di Equitalia, una pordenonese di54 anni, ha sentito una sostanza granulosa sotto le sue dita. Mentre la maneggiava, dalla lettera è caduto qualche granello di polvere biancastra.

La dipendente si è insospettita e ha avvisato subito il direttore della filiale pordenonese di via Vespucci che ha attivato la procedura standard. Il responsabile, un 47enne di Pordenone, si è accorto che il mittente, un sedicente studio legale di Genova, corrispondeva a quello segnalato dal centro di smistamento della corrispondenza di Padova: nome e indirizzo erano fasulli.

Già ieri mattina, infatti, a Padova era stata intercettata una lettera diretta a Udine, contenente una polverina bianco-giallastra. Un’altra è finita da Padova alla sede di Equitalia di Belluno. Il francobollo reca il timbro di spedizione di Verona. Il direttore di Equitalia ha preso la lettera, ancora chiusa, e l’ha infilata in una busta di plastica, sigillandola con lo scotch e poi ha telefonato subito alle forze dell’ordine.

Come da protocollo, sul posto si sono precipitati il veicolo Nbcr (nucleare, biologico, chimico e radiologico) dei vigili del fuoco, una squadra dei pompieri in supporto, due pattuglie della Squadra volante, agenti della polizia scientifica e della Digos.

Via Vespucci è stata interdetta al transito. Dai balconi e dai terrazzi si sono affacciati i residenti. Molti si sono avvicinati, in preda alla preoccupazione, chiedendo lumi. Il pensiero è corso al 7 aprile, quando davanti alla sede di Equitalia una valigia rosa abbandonata aveva scatenato l’allarme bomba. Un bambino del centro autismo, accompagnato dalla sua istruttrice, ha voluto sincerarsi di persona che non vi fosse un allarme bomba in atto. «Ho paura...», ha confessato il piccolo. «È tutto sotto controllo», la risposta delle forze dell’ordine.

Quindi i pompieri del Nucleo Nbcr hanno indossato le tute anticontaminazione, con l’aiuto dei colleghi, sopra gli stivali gialli. All’interno hanno portato lo speciale liquido per disinfettare l’area potenzialmente inquinata e per pulirsi dopo il recupero della busta.. Sono state prese tutte le precauzioni del caso, anche se, dalle testimonianze raccolte in via Vespucci (e dalle prime analisi già effettuate sulle altre buste sospette inviate nelle sedi Equitalia del Settentrione) non si ravvisavano particolari elementi di preoccupazione. Dalle finestre della sede si intravedevano volti sorridenti, più che corrucciati.

Gli undici dipendenti di Equitalia presenti, tuttavia, sono rimasti all’interno dell’edificio in attesa delle disposizioni dell’Azienda sanitaria. Carlo Bolzonello, responsabile del dipartimento di prevenzione, ha deciso di sottoporre a profilassi antibiotica preventiva solamente il direttore di Equitalia e l’impiegata, ovvero le uniche due persone che sono effettivamente entrate in contatto con la busta. «Una pura precauzione» ha rassicurato Bolzonello.

Già da oggi l’attività in ufficio potrà riprendere serenamente. I vigili del fuoco hanno infatti decontaminato la zona in cui la lettera con la polvere sospetta è transitata. La busta del sedicente avvocato ligure è stata chiusa in tre buste sigillate e a sua volta riposta dentro uno speciale contenitore metallico, a sua volta chiuso in un sacco. Subito il pacco è partito per il laboratorio di Mestre dei vigili del fuoco, dove il contenuto sarà analizzato dagli esperti. Due ore e mezza dopo l’allarme, intorno alle 17.30, tutto era ritornato alla normalità in via Vespucci.

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