Polcenigo, l’ex latteria venduta al quinto tentativo

Dopo vari ribassi l’immobile di Coltura aggiudicato a 71 mila euro. Il sindaco: «Ora la manutenzione»

POLCENIGO. Alla fine ci si è riusciti. La quinta asta è stata positiva per l’amministrazione comunale di Polcenigo, riuscita a cedere l’immobile dell’ex latteria sociale turnaria di Coltura.

Ad aggiudicarsi la gara, con un’offerta di 71.010 euro, di poco superiore al prezzo base di 69.509 euro, è stata Anna Salice, già titolare a Polcenigo del bed & breakfast gestito nell’ottocentesco palazzo Scolari-Salice.

L’ampio fabbricato della latteria di Coltura, costruito all’inizio del Novecento dai soci allevatori del borgo, era stato inserito nel piano di cessione degli immobili comunali nel 2011, dopodichè l’amministrazione aveva avviato l’iter per la vendita. La prima asta prevedeva una base che superava 114 mila euro.

Gara dopo gara, in assenza di offerte, il prezzo di vendita dell’immobile è arrivato a 69.509 euro, importo base confermato anche per la gara successiva, andata a buon fine. Soddisfatto il sindaco Mario Della Toffola.

D’intesa con la giunta aveva deciso, per alienare il fabbricato, di togliere i vincoli legati alle funzioni artigianali e commerciali. «Per ora la proprietaria riparerà il tetto, procedendo all’ordinaria manutenzione – afferma il primo cittadino – Quanto al futuro dell’ex latteria, ancora non si sa se sarà destinata a uso residenziale o per attività turistico-alberghiere».

La vendita dell’immobile era stata oggetto negli anni di un vivace confronto tra la maggioranza e le opposizioni, critiche per quella che è stata più volte definita una «svendita» ai danni della comunità.

Duro l’attacco, in particolare, della civica Primavera Polcenigo. «Il sindaco – aveva osservato lo scorso anno in consiglio Marco De Carli – ha detto che non c’è alcun vincolo morale nei confronti della comunità di Coltura per la cessione della latteria, in quanto è stata oggetto di compravendita per 10 milioni di lire.

Il bene era stato valutato nel 2011, alla prima asta, oltre 114 mila euro: è evidente che non era il prezzo di mercato». E aveva aggiunto:«C’è un vincolo di buon senso che impone di non liberarsi di un fabbricato di quella cubatura e posizione strategica per quattro spiccioli».

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