Poggiana: «Più infermieri sul territorio»

Potenziare la sanità territoriale. Sembrerebbe un invito o un mantra, in realtà è la strategia adottata dall’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina.
Il direttore generale Antonio Poggiana annuncia che, a livello territoriale, «sono state acquisite e assegnate dieci 10 unità infermieristiche alle neo-costituite Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) che, assieme ai medici di medicina generale (Mmg), avranno il delicato ruolo di attivare la sanità d’iniziativa, ovvero prendersi cura dei pazienti cronici come ad esempio pazienti diabetici, o portatori di scompenso cardiaco e broncopneumopatie croniche, che saranno seguiti e monitorati dagli infermieri affinché rilevino eventuali situazioni di possibili acuzie al fine di allertare in tempi rapidi il medico di base evitando così ricoveri ripetuti e impropri e soprattutto migliorando la qualità di vita dei pazienti al proprio domicilio».
Gli infermieri
di comunità
Non solo. Nei distretti dell’Isontino «sono stati implementati - aggiunge il dg - cinque “nodi” di infermiere di comunità, di cui 3 nel Basso Isontino: Turriaco, Fogliano, Fossalon e prossimamente Panzano, 2 nell’Alto Isontino: Villesse e, a breve, il quartiere Sant’Anna a Gorizia. Un ulteriore nodo sarà realizzato a Latisana e, precisamente, a Pertegada nel Distretto Ovest».
L’infermiere di comunità è un professionista che in collaborazione con il Mmg e l’assistente sociale realizzerà la presa in carico dei pazienti ad alta complessità assistenziale a livello ambulatoriale e a domicilio, mentre a livello comunitario si renderà «attivatore» delle risorse informali presenti nelle nostre realtà (associazioni di volontariato, parrocchie, vicinato, gruppi amicali) al fine di realizzare la presa in carico a tutto tondo. I pazienti cronici e le famiglie esprimono, infatti, bisogni che vanno oltre a quella che è la classica prestazione tecnica.
I Punti unici
di accesso
Dal 27 dicembre scorso, inoltre, sono stati attivati, nei due distretti Alto e Basso Isontino, i “Punti unici d’accesso che sono, spiega ancora il dg, una nuova modalità organizzativa costituita da infermieri, volta a garantire le funzioni di accoglienza dei bisogni provenienti dai cittadini e da tutti gli altri nodi della rete dei servizi sanitari come ospedali, Rsa, medici di base. «Sono state, poi, rivisitate le funzioni degli infermieri di continuità assistenziale che si occuperanno del delicato e complesso momento della dimissione dei pazienti sin dalle prime ore del ricovero investendo sull’educazione terapeutica ovvero fornendo a pazienti e familiari tutta una serie di conoscenze, competenze, abilità utili a gestire la nuova situazione di malattia».
«A livello ospedaliero, nei presidi di Gorizia e Monfalcone, si sta realizzando a livello sperimentale - aggiunge Poggiana - un progetto volto a ricercare la massima appropriatezza nell’utilizzo delle risorse infermiersitiche e di supporto soprattutto nell’area delle degenze e dei servizi. Nell’area delle degenze si sta lavorando su due linee: la prima riguarda l’implementazione di un pool di infermieri che a livello di presidio si occuperanno dell’accoglimento e della valutazione assistenziale di tutti i pazienti che devono essere ricoverati, la seconda concerne l’attivazione di un infermiere, solitamente con prescrizioni/limitazioni, che opera nelle unità operative di degenza e sarà dedicato al “fronteggiamento” delle risposte assistenziali sia telefoniche che quelle provenienti dai famigliari dei pazienti».
Servizio
di Odontostomatologia
Infine, è stata avviata la riorganizzazione del blocco operatorio del presidio ospedaliero di Monfalcone e sono state incrementate le risorse infermieristiche al servizio di Odontostomatologia sociale a Gorizia, al servizio di Endoscopia di Gorizia e Palmanova, al Centro antidiabetologico di Monfalcone e al servizio di Radiologia di Latisana per la recente attivazione della risonanza magnetica.
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