Poeti da mezza Europa nel “Comune Rustico” per onorare Carducci

Arta ricorda l’arrivo, 130 anni fa, del principe dei villeggianti. Sono 400 i partecipanti al primo premio internazionale

ARTA TERME. Comune Rustico per 400. Tanti sono gli autori, provenienti da tutta Italia ma anche da Spagna, Albania, Slovenia, Inghilterra e Svizzera, che hanno risposto con entusiasmo al primo premio di poesia - intitolato “Carducci in Carnia ne Il Comune Rustico” - con cui il Comune di Arta Terme intende celebrare (dal 23 al 26 luglio) il genio poetico del principe dei villeggianti, quel Giosuè Carducci che il 19 luglio del 1885 venne proprio in Carnia a trascorrere le sue vacanze.

Scriveva il premio Nobel (lo vincerà nel 1906): «Sono arrivato qui alle otto. Belle montagne, un bel fiume. Acque sulfuree. Foreste di abeti. Bella camera con quattro finestre e bella vista. Mi pare che starò bene».

In quello che ancora oggi è l’albergo Poldo soggiornò per circa un mese, il tempo sufficiente per rimanere stregato dai panorami, dalla cucina, dalle genti, dalle loro secolari tradizioni, dalla loro orgogliosa “rusticitas”, tanto da immortalarle in due due meravigliose liriche.

Arta non ha mai dimenticato quel gigante della poesia italiana e mondiale e così, per amore verso lo “zio” Giosuè, ha “osato” bandire un concorso internazionale di poesia: per onorare un grande, certo, ma anche per stimolare la gente “normale” a scrivere in versi e, non ultimo, per riuscire a promuovere attraverso la cultura il proprio comune, la vallata, la Carnia intera.

«La risposta è stata straordinaria - commenta il “deus ex machina” della manifestazione, l’assessore alla cultura Guido Della Schiava -. Sono arrivate oltre 1.200 liriche da mezza Europa per partecipare alle due sezioni in cui abbiamo articolato il premio: quella generale e quella dedicata alla Carnia. Alessandro Canzian, Enzo Santese con le loro giurie hanno dovuto lavorare parecchio per selezione i finalisti, dai quali sabato 25 usciranno i vincitori».

È un amore saldo quello del “Comune Rustico”, che a Carducci già nel 1957 dedicò un monumento, realizzato dal grande Max Piccini in via Marconi a “Dimplan”. E nello stesso anno Marco Marra, nobile anima culturale di queste montagne che si specchiano nel But chiacchierone, pensò di onorare il Vate con un dipinto.

Lo ha conservato con geloso affetto per lungo tempo e la prossima settimana, in occasione del premio, lo donerà al Comune, che ha deciso di collocarlo nell’aula consiliare.

Si chiude così un cerchio antico di affetti e cultura in questa Arta che non dimentica nessuno. Non dimentica il drammaturgo Luigi Candoni da Cedarchis, cui ha dedicato un importante premio nazionale.

Non dimentica un’altra sua grande figlia, Gina Marpillero, scrittrice e poetessa che tanto ha amato la sua gente e che con quella genialità semplice che appartiene alle anime speciali ci ha fatto capire cosa significhi “essere di paese”: Ester Silverio ha scelto una bella serie di liriche che leggerà all’inaugurazione.

Poi onore ai vincitori con la “benedizione” di Carducci. Ma le luci sulla cultura ad Arta non si spengono: la settimana dopo prenderà il via la sezione teatrale curata dall’Accademia di Alessandro Mistichelli; quella successiva sarà dedicata, con la regia di Luisa Sello, alla musica classica. Insomma, con poesia, teatro e musica Arta cala un tris d’assi.

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