Pnlegge, la sfida è superarsi

Il grigio di ieri, accompagnato dalla pioggia autunnale, hanno segnato con un velo di tristezza il calare del sipario su Pordenonelegge. Al di là delle cifre di pubblico, la festa del libro ha vinto la tredicesima scommessa confermandosi l’appuntamento culturale più popolare in regione. Piazze affollate, code agli incontri, ristoranti e bar pieni: un successo che la Camera di commercio ha siglato indicando già l’obiettivo 2013 con il medesimo staff. Squadra che vince non si cambia, mentre rimane aperto il dibattito sull’evoluzione organizzativa del festival.
I libri. Il “miracolo” Pordenonelegge l’ha fatto anche sulle vendite. Dopo i primi tre giorni in tono ridotto, con un calo di scontrini rispetto all’anno precedente, sabato e domenica hanno fatto il botto. Sia Lovat, sia l’editore Giovanni Santarossa, che gestiscono le due parti del tendone di piazza XX Settembre, brindano allo scampato pericolo. «Non ho ancora numeri precisi - afferma Paola De Val, direttrice delle librerie Lovat - ma è stata una bellissima edizione con un sensibile aumento delle vendite rispetto all’anno precedente. E’ un risultato straordinario tenuto conto di come sta andando il mercato. Ho visto tanta gente, un ottimo livello di proposte, un grande clima». Era pessimista Santarossa, ma questa volta è stato smentito. «Dopo un avvio difficile - commenta - abbiamo recuperato alla grande. Euro più, euro meno siamo ai livelli dello scorso anno». Il patron di Biblioteca dell’immagine, con le sue antologie letterarie sulle province del Veneto e del Friuli, aveva in mano un indicatore anche sulle provenienze. «Da Trieste a Verona - afferma - abbiamo venduto bene, segno che il pubblico è nordestino. Solo Rovigo ci ha deluso». Un consiglio? «Sarebbe bene - suggerisce - che gli autori, prima o dopo l’incontro, venissero sotto il tendone a firmare qualche libro e a parlare con i lettori».
Code e vip. Entrate nella fisiologia del festival, non costituiscono più una sorpresa, anzi il pubblico ormai ha capito come gestirle scegliendo gli eventi ai quali dedicarsi. Meno sopportabili i posti vuoti in prima fila di vip e invitati delle aziende sostenitrici. Il meccanismo delle prenotazioni non funziona se poi alla fine chi telefona non si presenta costringendo a ingressi all’ultimo minuto che fanno infuriare ancora di più chi sta in coda. Quest’anno sono stati distribuiti mille 300 tra pass e ticket, in calo del 30 per cento rispetto al 2011: perché non abolirli del tutto, salvo riservare alle autorità i posti all’evento inaugurale? Stare in coda è utile anche per “respirare” il sentiment dell’opinione pubblica.
Ticket e sponsor. Non si evitano le code, ma il pagamento, a esempio, consente di trasformare la sponsorizzazione in acquisti di stock di biglietti, magari riservando agli studenti accessi gratuiti. Il direttore scientifico di Pordenonelegge, Gian Mario Villalta, si è sempre dichiarato contrario, ma il tema verrà nuovamente posto in seno al comitato organizzatore. Sugli apporti privati, sempre più indispensabili in futuro, mancano i marchi nazionali, accompagnati da quello che succede a Mantova: un bando per spingere dai dentisti ai ristoratori, dai gelatai ai notai a sponsorizzare anche low cost un singolo evento. Con 400 euro a incontro si incasserebbero 100 mila euro. Sarebbe anche un buon modo per verificare l’empatia tra città e festival.
Le polemiche. Non mancano le critiche. Mugugni nel Pdl, ma soprattutto da parte della Lega. «Leggere - ha twittato il capogruppo del Carroccio, Danilo Narduzzi - è una delle esperienze più “umane” che possiamo fare, ma Pnlegge è diventata la fiera delle vanità radical-chic di sinistra». E ancora: «L’uomo colto di sinistra ama rotolarsi nel brodo culturale, solidaristico, mondialista, relativista come il maiale nel fango». Più chiaro di così.
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