Pirati nel web, curia in allerta: rubata l’identità del vescovo

Sacile, messaggi di sedicenti sacerdoti da un falso indirizzo mail di monsignor Pizziolo. La diocesi mette in guardia religiosi e fedeli e invita a segnalare i casi sospetti

SACILE. Rubano l’identità digitale al vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, e tempestano la posta elettronica di sacerdoti e fedeli con messaggi taroccati. Pirati informatici in azione nella diocesi, e anche a Sacile è scattato l’allarme.

«Prestate attenzione, c’è chi si spaccia per il vescovo Pizziolo»: l’avviso è arrivato dalla curia alle cinque parrocchie sacilesi. Ignoti stanno inviando una mail dall’indirizzo monsignor.pizziolo@gmail.com. Il “phishing” è una truffa informatica che ha come scopo il furto di dati personali.

Per far questo si utilizzano anche identità “clonate”, talvolta maldestramente, a persone solitamente in vista. Nel caso del vescovo, la polizia postale è stata avvisata.

«Non è stata violata l’e-mail del vescovo, ma hanno creato un clone – ha precisato don Alessio Magoga, direttore del periodico diocesano L’Azione – si tratta di gnoti che si esprimono in uno stentato italiano».

Il messaggio conteneva la richiesta di rispondere rapidamente e presentava un ipotetico numero di religiosi. «Alcuni confratelli si sono insospettiti» ha evidenziato don Magoga.

I religiosi hanno avvisato la diocesi. Quindi l’avviso a prestare particolare attenzione: «La Curia avverte i parroci, le comunità religiose e non soltanto loro, che l’indirizzo monsignor.pizziolo@gmail.com non è in alcun modo collegato al nostro vescovo».

Meglio non aprire queste mail. «Si invitano fedeli e religiosi a non rispondere a eventuali messaggi ricevuti da tale indirizzo – è il consiglio della curia vittoriese – Qualora giungessero dei messaggi sospetti a firma del vescovo si chiede di avvisare tempestivamente il servizio informatico della diocesi».

Le segnalazioni vanno inoltrate al numero telefonico 0438 948221, oppure via posta elettronica all’indirizzo informatico@diocesivittorioveneto. it.

Il “phishing” è una truffa che viaggia sul web. Numerosi i casi segnalati in un anno, anche in Italia. La polizia postale ha condotto recentemente un’operazione contro un’organizzazione criminale responsabile di attacchi e frodi informatiche su larga scala.

«È un tipo di truffa che cerca di ingannare le vittime convincendole a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile – evidenziano gli esperti informatici – Nel caso in cui si fornissero le informazioni si finirebbe nella rete del cosiddetto hacker pescatore».

Obiettivo dell’hacker svuotare i conti correnti con i codici incamerati. Il consiglio è di non aprire mail dal contenuto sospetto.

Rimanendo in ambito provinciale, di recente nella rete degli hacker “pescatori” era caduto un sanvitese, il quale aveva risposto a un finto messaggio (con richiesta di aiuto) da parte di un sedicente Giò Battista Scodeller.

Scodeller, noto sanvitese ed ex assessore comunale, avvertito del tentativo di truffa on line aveva presentato denuncia, avvisando amici e conoscenti di prestare attenzione.

L’ex sindaco di Sacile, Roberto Ceraolo, quattro anni fa era stato a sua volta vittima di un tentativo di “phishing”. Sulle prime sembrava una burla online, ma non era così. Il primo cittadino aveva consigliato i sacilesi a cestinare l’avviso in fretta.


 

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