Picchia i bimbi nella scuola abusiva, la maestra si difende: «Da noi si fa così»
Maniago, le giustificazioni dell'insegnante bengalese. Ma l’accusa: «Clima persistente di intimidazione e paura»

Le percosse ai bambini nella scuola dove si insegnava il Corano
MANIAGO. «Non era mia intenzione fare qualcosa di illegale, io ho ricevuto questo tipo di educazione, nel nostro Paese si usa così, e pensavo che fosse questo il modo migliore di insegnare ai bambini». Parla la 33enne “maestra” bengalese, residente da 12 anni in Italia, indagata per aver creato nel suo appartamento a Maniago una scuola privata abusiva dove venivano impartite a 19 bambini bengalesi dai quattro ai dieci anni (tra i quali i suoi 3 figli) lezioni di arabo e fondamenti coranici con metodi di insegnamento che includevano punizioni corporali. Gli alunni erano “stipati” in una stanza di 14 metri quadri.
La donna, difesa dagli avvocati Carla Panizzi e Paolo Luisa Vissat, è amareggiata e si dichiara in assoluta buona fede. «Da noi si fa così, io sono cresciuta così e pensavo fosse normale» ribadisce a proposito dell’utilizzo di punizioni corporali. «Solo adesso – continua – ho potuto capire che qui in Italia anche una sola bacchettata non è consentita. E quindi d’ora in poi non lo farò più». Non aggiunge altro la 33enne, che dovrà difendersi dalle accuse di maltrattamenti ed esercizio abusivo della professione dopo l’indagine dei carabinieri del reparto operativo di Pordenone che ha permesso di interrompere l’attività didattica illegale, inoltre il Gip ha disposto il divieto di espatrio e l’obbligo di firma.
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Secondo l’imputazione risulta che «maltrattava numerosi bambini (compresi i tre figli) che le erano stati affidati sottoponendoli a reiterate vessazioni fisiche e psicologiche consistenti in percosse e minacce di percosse».
Insegnava il Corano e picchiava i bambini, la diretta del nostro inviato da Maniago
Sempre secondo l’imputazione brandiva e utilizzava per colpire mani e gambe un bastone a mo’ di frustino quando non prestavano attenzione agli insegnamenti del Corano o si distraevano «creando un clima persistente di intimidazione e paura. Si accertavano parecchie decine di episodi». «Qualche bacchettata ci sarà stata ma non erano violenze gratuite per sfogare frustrazione o aggressività – precisa Panizzi –. E i genitori hanno confermato che a loro andava bene il suo metodo».
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