Piano casa in Fvg: ampliamenti del 20%

Il “piano casa” del Friuli Venezia Giulia sarà approvato dalla Giunta regionale la prossima settimana: il disegno di legge prevede la possibilità di ampliare del 10% le pertinenze in attività libera senza permesso Dia e la possibilità di ampliare del 20% le cubature di edifici residenziali con permesso di costruire con silenzio-assenso.
TRIESTE.
Il “piano casa” del Friuli Venezia Giulia, ovvero il nuovo codice regionale per l’edilizia, sarà approvato dalla Giunta Regionale la prossima settimana. Lo annuncia l’assessore regionale alle Autonomie locali Federica Seganti.


Il disegno di legge prevede la possibilità di ampliare del 10% le pertinenze in attività libera, cioè senza la Denuncia di inizio attività (Dia); la possibilità di ampliare del 20% le cubature di edifici residenziali con la Dia; il permesso di costruire con il silenzio assenso, anzichè con il silenzio diniego, e la definizione di alcuni standard che permetteranno di non avere disparità sul territorio regionale. «Tantissime attività - ha spiegato Seganti - saranno spostate da attività con permesso di costruire o Dia ad attività libera, con un risparmio in termini di tempi e pratiche e di costi per il cittadino».


In base all’accordo dello scorso aprile, la Regione Friuli Vg e tutte le regioni d’Italia, si impegnano ad approvare dei provvedimenti per permettere ampliamenti delle cubature fino al 20% o fino al 35% nel caso di demolizione e ricostruzione delle abitazioni mono e bifamiliari entro 90 giorni.


C’è chi sta fissando paletti rigidi per tutelare centri storici e paesaggio e chi sta allargando la possibilità degli interventi. La prima a dotarsi di una legge regionale è stata la Toscana. L’ultima iniziativa è della giunta campana. Il testo del Veneto tornerà in consiglio regionale dopo le elezioni. Quasi pronte Sicilia, Umbria, Piemonte, Lombardia. E ieri da Bari Berlusconi ha detto: «Il decreto vedrà la luce entro il 15 giugno». Ha aggiunto che «nelle regioni governate dal centrodestra, la legge è pronta». E ha ricordato gli effetti previsti sull’economia: «Dai 30 ai 100 miliardi di euro, che ora riposano in banca, saranno immessi sul mercato edilizio».


Dando un’occhiata a quello che hanno fatto o stanno facendo le altre regioni vediamo che la Toscana ha deciso che (esclusi i centri storici) con una semplice dichiarazione di inizio attività sarà possibile ampliare fino al 20% case mono e bifamiliari; fino al 35% nel caso di demolizioni e ricostruzioni. Niente interventi in deroga nei centri storici e per le case condonate. La Val d’Aosta, invece, prevede che alberghi e ristoranti possono ingrandirsi del 40%. La Giunta ha all'esame una bozza, ma prima delle indicazioni del governo un disegno di legge regionale aveva già dato la possibilità ad alberghi e ad alcune categorie di ristoranti di ampliare la superficie fino al 40 per cento in deroga ai piani regolatori dei Comuni.


In Piemonte aiuti per progetti per le villette che risparmiano energia. La giunta ha approvato una legge che ora passa al consiglio: fino alla fine del 2010 si potrà ampliare o demolire e ricostruire in deroga ai piani regolatori, ma solo rispettando il risparmio energetico, per villette mono-bifamiliare o per edilizia sovvenzionata sotto ai mille metri cubi. In Liguria sono coinvolte 200 mila abitazioni ma con tutela del territorio. La regione si è impegnata ad approvare il piano che recepisce le direttive del governo, ma con rigorosi criteri di tutela del territorio.


Demolizioni e ricostruzioni saranno legate al recupero del tessuto urbano. All'ampliamento, secondo i tecnici, saranno interessate 200 mila abitazioni. Infine, il vicino Veneto da più spazi di manovra per gli edifici in bioedilizia. La Giunta ha approvato il testo lo scorso aprile. Si consente di ampliare del 20% la cubatura degli edifici esistenti, residenziali e non. Se l'edificio è fatiscente e anteriore al 1989, chi lo demolisce e ricostruisce può ampliarlo del 30 o addirittura del 40% se in bioedilizia.

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