Petizione per salvare le zone no kill

Pescatori a mosca a difesa dei tratti no kill delle acque interne del Friuli Venezia Giulia, ovvero quelle aree di fiumi in cui non si può trattenere il pescato, ma occorre ributtarlo vivo in acqua. In tanti hanno inviato all’Ente tutela pesca la petizione per salvaguardare queste zone riservate in cui i pesci possono riprodursi e l’ambiente viene tutelato.
«Siamo venuti a conoscenza – spiegano i soci del club Fly fishing time di San Lorenzo di Arzene, uno dei più antichi di pescatori a mosca della provincia di Pordenone e portavoce anche dei colleghi dei club Al Cogòl di Pozzuolo del Friuli, Fly Natisone Remanzacco, Fly Varmo di Varmo, Mus’cins e mos’cions di Buja – che tra le proposte per il regolamento di pesca sportiva 2015 viene presentata la possibilità di pescare nelle zone no kill con tutte le esche artificiali a esclusione di quelle siliconiche e di trattenere un esemplare denominato trofeo. Questa variazione porterà inevitabilmente a un impoverimento della fauna ittica presente negli attuali tratti no kill, a causa della mortalità da amo e manipolazione tra i pesci, soprattutto per quelli dalle taglie più grandi che garantiscono la riproduzione».
Cosa che i pescatori a mosca, grazie alla particolare attrezzatura che usano (esche che imitano insetti con amo senza ardiglione), non fanno, liberando facilmente i pesci. «Oltre alla minima mortalità per azione di pesca – aggiungono i pescatori del club – e quindi alla conservazione della filiera riproduttiva dei pesci, col passare degli anni i tratti no kill hanno portato un afflusso di turisti-pescatori da tutta Italia, afflusso che temiamo possa perdersi se questo regolamento sarà approvato. In Europa i tratti no kill prevedono il rilascio di tutto il pescato». Dopo avere scritto ai vertici regionali, i componenti del Fly fishing si ritroveranno con gli altri club del Friuli Venezia Giulia il 3 settembre a Pozzuolo del Friuli per sostenere ulteriormente la loro battaglia contro il paventato cambiamento di regolamento.
Anche un tratto della roggia di Gleris, recentemente sottoposto a manutenzione dagli stessi pescatori, è dichiarato no kill e vi si pratica la sola pesca a mosca. L'area attira parecchie attenzioni anche di pescatori provenienti da Europa e America per la bellezza di luoghi, per la flora e fauna e soprattutto per la sua cura.
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