Perteole nella Grande guerra tra storia, arte e libri

RUDA. Fu il primo cimitero monumentale della Grande guerra, quello realizzato dal Genio militare a Perteole, seguito poco dopo da Aquileia; il sacrario di Redipuglia sarà aperto soltanto nel 1938....
Di Nicola Cossar

RUDA. Fu il primo cimitero monumentale della Grande guerra, quello realizzato dal Genio militare a Perteole, seguito poco dopo da Aquileia; il sacrario di Redipuglia sarà aperto soltanto nel 1938. Centinaia e centinaia di soldati (fonti diverse parlano di migliaia) vi furono sepolti tra il 1916 e il 1917 e purtroppo quegli ampi spazi si rivelarono ben presto insufficienti. Una storia sopita, impolverata dagli anni e dalle vicende umane, ma che all’inizio del nuovo millennio è stata ravvivata dalla decisione dei Comune di Ruda di restaurare - con il fondamentale sostegno della Regione e della Soprintendenza - l’imponente cappella progettata da Provino Valle e gli affreschi “misteriosi” che, pur mai completati, la impreziosiscono. Un percorso lungo e laborioso ma coronato da successo, testimoniato adesso anche da un bel volumetto, il terzo dei “Quaderni del territorio”, intitolato “Mortui moriendo non sunt” (dal motto che campeggia sulla facciata), sarà presentato domani, alle 18.30, nella sala consiliare di Ruda dal professor Ferruccio Tassin.

Accompagnato da immagini inedite, disegni e documenti, il libro si articola nelle sezioni di storia, architettura e pittura ed è frutto del lavoro - ben coordinato da Elisa Cristin - degli storici militari Paolo Pozzato ed Enrico Cernigoi, della ricercatrice di storia locale Adriana Miceu, del maresciallo maggiore Gianni Grassi (il quale avanza la verosimile ipotesi che l’autore degli affreschi sia un pittore torinese: il tenente Oreste Pizio); degli architetti Sergio Contardo e Paolo Bonini, di Annalisa de Comelli e Claudio Di Simone, delle storiche dell’arte Beatrice di Colloredo Toppani e Paola Battistuta e delle restauratrici Nicoletta Buttazzoni e Michela Scannerini.

E in mezzo, la microstoria, i ricordi di chi ha vissuto qui negli ultimi 80 anni. Memorie familiari autentiche quanto sorprendenti e indispensabili per formare il mosaico in cui storia e affetti si sposano, anche negli abissi di dolore della guerra, salvando noi dal disorientamento culturale e morale e trasmettendo a chi verrà dopo il senso dell’umana pietà più forte di ogni conflitto. Oggi il cimitero “nuovo” di Perteole è completamente civile, i resti di quei troppi soldati che hanno lasciato la loro giovinezza sulle pietraie insanguinate del Carso riposano a Redipuglia. In pace. Per la pace.

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