Pdl-Ciriani, resa dei conti Consorti: basta critiche

Rischia di scoppiare prima del tempo la resa dei conti all’interno del centro-destra tra chi è rimasto nel Pdl e chi lo ha abbandonato. Le parole di Alessandro Ciriani l’altra sera in Fiera a Pordenone, particolarmente critiche nei confronti di Silvio Berlusconi e del Pdl, non sono passate inosservate. Così come non ha lasciato indifferenti il successo dell’evento con Giorgia Meloni: tra 500 e 600 persone che hanno stipato le sedi congressuali della Fiera, una vera e propria prova di forza che Ciriani ha lanciato nei confronti degli ex amici di partito. Tant’è che ha raccolto la standing ovation quando ha fatto riferimento a qualche “spia” intrufolatasi in Fiera per redigere le liste di proscrizione da compilare dopo le elezioni. «Nessuna paura - ha tuonato Ciriani - noi non abbiamo paura».
Il successo di Fratelli d’Italia, però, potrebbe rivelarsi letale soprattutto per le aspirazioni di Isidoro Gottardo di tornare a Roma. Un deflusso di voti dal Pdl al movimento della Meloni renderebbe ancora più incerta la conferma visto che è terzo in lista. Un siluro all’indirizzo del leader pidiellino che si è accompagnato alla bocciatura, su tutti i fronti, dei parlamentari uscenti, considerati avulsi dal territorio. Ciriani non ha fatto nomi, ma l’accusa è indirizzata nei confronti di Manlio Contento.
E’ per questo motivo che ieri i vertici del Pdl hanno deciso che non si può più tacere mandando avanti il coordinatore provinciale, Antonio Consorti, tra l’altro assessore nella giunta Ciriani. «Il Pdl - replica Consorti - è alleato con una serie di partiti del centro-destra tra cui Fratelli d’Italia. Abbiamo capito che Alessandro Ciriani ha deciso di uscire dal Pdl e abbiamo compreso che è entrato in Fratelli d’Italia, una scelta che rispetto ma pretendo rispetto e considerazione per coloro che appartengono al Pdl. Basta evidenziare e puntualizzare verso il nostro partito o quelli alleati. Lo si faccia per gli avversari politici che non siamo certamente noi».
Ricordando a Ciriani che il leader della coalizione è Silvio Berlusconi, Consorti boccia «l’avversione» di Ciriani: «O ci mettiamo in testa che corriamo divisi per colpire uniti o altrimenti chi ne beneficerà saranno solo i nostri veri avversari politici». In realtà c’è chi va anche oltre e ha chiesto esplicitamente a chi sta con i piedi in due staffe di scegliere prima del 25 febbraio quando si misurerà il peso elettorale della Meloni. In sala, ad esempio, c’erano Francesco Ribetti, vice capogruppo a Pordenone, reduce peraltro anche dalla visita di Berlusconi a Trieste, il sindaco di Vivaro, Alberto Locatelli, Riccardo Favaro, Dorino De Crignis e altri ancora.
A scricchiolare potrebbe essere, anzitempo, la stessa giunta Ciriani. C’è chi non esclude un’uscita dall’esecutivo del Pdl se Ciriani continuasse ad andare a testa bassa contro il partito. Ma nel mirino finisce pure il fratello Luca - assente sia a Pordenone, sia a Trieste in quanto influenzato - che viene “avvisato”: chi non si sente più pidiellino, non entrerà nella lista del Pdl alle regionali.
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