Passione e vendetta, ossessione noir a Udine

UNIVERSITA' DI UDINE. Marco Fabbro è il regista di “The Black Stuff”, opera prima selezionata all'interno della rassegna Kilometrozero volta a promuovere la visibilità di alcuni autori regionali. Il corto di questo giovane artista, che ha colpito il direttore artistico Andrea Andolina, è stato proiettato recentemente al cinema Ariston di Trieste.
Come sono state le riprese?
Sono state fatte a ritmi elevatissimi. La maggior parte del thriller ha come location un noto pub di Udine, The Black Stuff appunto, quindi avevamo poche ore a disposizione per girare scene molto lunghe e spesso eravamo stretti con i tempi, ma alla fine ce l'abbiamo fatta e questo grazie alla disponibilità degli attori Giacomo Trevisan, Narcisio Levan, Davide Lionetti, Chiara Pasqualini, Claudia Buiese ed Elisa Terenzani e della mia troupe composta da Andrea Martelli, Gabriele Dominutti e Anna Pia Bernardis. Inoltre le riprese in esterni di notte nei vicoli più suggestivi di Udine creavano l'atmosfera giusta che volevo si percepisse dalla visione del corto e dalle musiche originali di Vincenzo Di Francesco, che ha fatto un gran lavoro con la collaborazione di Matteo Pinna.
Quale tipo di preparazione c’è dietro?
Poco è stato lasciato all'improvvisazione. Ogni scena, ogni inquadratura è stata pensata prima meticolosamente. E' stato fatto un importante lavoro di storyboard e un piano di lavorazione funzionali. Per la sceneggiatura è stato più semplice, la storia è venuta da sé, più continuavo a scrivere e più i personaggi prendevano vita. Ho cercato di caratterizzare molto il protagonista, con le sue paure, angosce e piaceri-attrattive, creando un arco di trasformazione quasi radicale. Solo una cosa è stata cambiata rispetto alla preparazione iniziale: l'incipit dei primi trenta secondi. L'inizio in medias res dà subito un forte impatto che coglie quasi alla sprovvista lo spettatore immergendolo nella storia drammatica che volevo raccontare.
Da quanto tempo il progetto era “nel cassetto”?
L'idea mi è venuta quando stavo lavorando al corto di Andrea Martelli come aiuto regista poco meno di un anno fa. Vedendo distrattamente una copertina di un album musicale in cui veniva raffigurato un uomo di schiena con le braccia distese su un bancone legnoso di un bar mi son detto: “E se quel personaggio prendesse vita?”. Così è nato “The Black Stuff”, un corto di genere thriller psicologico dai tratti noir in cui l'ossessione di un uomo si esaurisce in un vortice di passione e vendetta. Un destino determinato dalla criminalità che porterà Michele Fannizza, il protagonista, di fronte al suo passato, un passato apparentemente lontano, ma, in realtà, incredibilmente vicino.
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