Partono i lavori a palazzo Chiap

Cantiere nell’antica dimora della “signorina” che ha lasciato 40 milioni al Patriarcato. Ma ci sono dubbi
Di Chiara Benotti

CANEVA. Lavori a palazzo Chiap: il Patriarcato di Venezia investe 597 mila euro per il rifacimento della copertura e apre una strada.

In via Chiaradia il cantiere è attivo dal 3 aprile e l’impresa “Cardazzo cavalier Ermenegildo” ha messo in moto ruspe, scavatori e camion per aprire un varco viario tra i campi. Dalla corte esterna di palazzo Chiap a via Padre Marco d’Aviano si è creato in 48 ore un nuovo asse viario. «Vorrei saperne di più su quella strada – dice dubbioso Pierantonio Rigo, consigliere comunale della civica “Insieme per Caneva” –. Chiederò al Comune chiarimenti sull’andamento dei lavori e riguardo alle autorizzazioni tecniche».

I lavori. «Sconsigliate foto e non graditi i visitatori». Gli operai dell’impresa, ieri, in piena campagna e vicino a un parco giochi pubblico hanno dato l’altolà ai curiosi. «Non vogliamo intrusioni», hanno detto con gentilezza i tecnici. Hanno ragione: la sicurezza nei cantieri è una cosa seria. «Vorremmo capire le ragioni di questa nuova strada – hanno invece incalzato alcuni residenti –. Costeggia l’area giochi dei bambini: è un progetto collegato agli interventi della copertura di palazzo Chiap?». Il nuovo tracciato collega l’antica proprietà Chiap che l’eredità della facoltosa canevese ha trasferito al Patriarcato di Venezia, con via Padre Marco d’Aviano.

I dubbi. «Nessuna cartellonistica a parte alcuni divieti di accesso e di pericolo sui macchinari in movimento spiega per quali ragioni si operi anche su terreni che non appartengono soltanto all’eredità Chiap». Un paio di residenti ha confrontato i dubbi, nel passaparola a Caneva. La stradina che taglia a metà i prati, a fianco della azienda Poletto, è nella fase iniziale e corre vicino al piccolo parco giochi in via Padre Marco, dove speso alcuni genitori della zona portano i figli a giocare. «All’interno della recinzione del palazzo Chiap – hanno aggiunto i residenti – si nota un intervento di pulizia dalle erbacce e dagli arbusti. Meglio così, perché l’ex residenza Chiap sta andando in malora: era abbandonata e in preda all’assalto di animali selvatici, colombi e infiltrazioni».

L’eredità. Se la ricordano ancora, a Caneva, la ricca signora che nel 2013 ha lasciato 40 milioni in immobili e terreni al Patriarcato di Venezia. La “signorina”, come la chiamavano a Sacile e Caneva, ha vissuto dedicandosi alla terra avita: la coltivazione intensiva cerearicola e delle oleaginose erano la passione dell’ereditiera, parsimoniosa all’osso. Per volontà testamentaria è stata istituita la borsa di studio “Anna Maria Chiap” sulla base della convenzione siglata tra l’ateneo Ca’ Foscari e il Patriarcato. Dà seguito alle volontà della “signorina” per sostenere nello studio giovani meritevoli e bisognosi. La borsa di studio è stato il primo passo: il lascito è composto di terreni agricoli, immobili e titoli finanziari. A 93 anni la “signorina” ha donato alla Chiesa in Laguna il totale di 16 fabbricati, 56 terreni disseminati a Caneva, Sacile, Padova, Volta Mantovana del Patriarcato di Venezia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto