Parco fluviale del Noncello, storia di un’occasione perduta

La proposta del parco fluviale del Noncello non nasce dal nulla, ma da una storia in cui l’acqua e l’ambiente hanno plasmato la storia di un territorio che comprende Pordenone, Cordenons e Porcia, ma che in un’ottica di recupero ambientale può essere anche più vasta. Ne sono convinti Otello Bosari e Sergio Chirotto che, in un articolato contributo, avanzano una proposta progettuale. E di proposte, negli anni, non si può dire che non ce ne siano state. C’è una cooperativa, Vivere il fiume, che è nata per dare corpo all’idea di far vivere il Noncello, ma che ha non è riuscita a fare breccia nell’amministrazione.
La proposta. «Idea centrale di una visione comprensoriale potrebbe essere quella della costituzione di un grande polmone verde – scrivono Bosari e Chiarotto – che parta da Cordenons, zona del Pasch, comprendendo le adiacenze delle sorgenti del Noncello, seguendo l'asta del fiume fino alla confluenza con il Meduna, che finisce poi nel Livenza. Si tratterebbe di realizzare un vasto parco fluviale, che arriverebbe anche a Pasiano».
Gli obiettivi. Partendo da una visione che coinvolga inizialmente Pordenone e Cordenons, gli obiettivi fissati nel documento sono: «Sistemazione idraulica e paesaggistica dell'area complessiva anche per consentire una fruizione pubblica nelle parti cittadine, fruizione sportiva delle aste principali del Noncello e del Meduna per attività sportive (gommonauti); fruizione turistico-ambientale di tutta l'area del parco; recupero di edifici di archeologia industriale» ovvero Makò di Cordenons, Amman di Borgomeduna, stabilimento di Torre. «In particolare per quanto riguarda l'edificio ex Makò di Cordenons sono già stati elaborati dei progetti di massima che possono essere ulteriormente integrati: data la vastità dell’edificio può essere realizzata edilizia scolastica in primo luogo per ospitare il liceo artistico ed eventualmente anche per ospitare l’Ipsia Zanussi». L’edificio «potrebbe ospitare la sede di una struttura didatticomuseale».
Vivere il Fiume. Esiste un piano, sulla valorizzazione del fiume, portato avanti da una cooperativa privata, che però il Comune ha stoppato. «La cooperativa, ormai più di un anno fa – scrive Vivere il Fiume –, ha protocollato in Comune di Pordenone la richiesta di valutazione della presentazione del proprio progetto, suddiviso in 5 fasi, relativa al recupero, rilancio e fruizione del tratto che si svolge lungo il Noncello, dal ponte De Marchi fino all’area verde che si trova in Viale Venezia subito oltre il parco del Seminario, senza mai aver ricevuto risposte ufficiali da parte dell’amministarzione. Chiunque, entrando nel nostro sito www.vivereilfiume.com, può vedere e rendersi conto che la realizzazione della nostra iniziativa non è assolutamente un ecomostro e nemmeno un tentativo speculativo». La cooperativa si rammarica del fatto «che l’attuale amministrazione, in prossimità delle elezioni, abbia dato il patrocinio alla manifestazione dimenticando quanto proposto dalla nostra società ed evitando la possibilità di sinergie tra noi e la Marcolin covering».
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