Parco del Noncello, il sogno è a un passo

PORDENONE. La città dei 100 mila già esiste e a disegnarla sono l’acqua e il verde. Il progetto “I20aPn” del Comune di Pordenone, che ha partecipato al “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie dei comuni capoluogo di provincia”, ottenendo dallo Stato 18 milioni di euro, è stato costruito partendo dal vero cuore della città: il fume Noncello.
L’ecosistema di acqua e verde è il centro dei progetti presentati e lo era anche nel piano elaborato per accedere ai finanziamenti europei Pisus (alla città assegnati 5,1 milioni di euro). Gli uffici comunali, nel lavorarci, hanno seguito lo sviluppo naturale di quello che, trent’anni fa, si chiamava il parco comprensoriale del Noncello: un’area di verde e acqua che esiste già, ma che va resa accessibile e fruibile con nuove vie di comunicazione
«Il sistema fluviale è elemento di collegamento tra ambiente e turismo – spiegano gli assessori Guglielmina Cucci e Stefania Boltin – ed è il cuore di un patrimonio, anche culturale, che Pordenone ha e che va valorizzato. Proprio la presenza molto importante di verde ci ha permesso di essere alti in tutte le classifiche sulla sostenibilità ambientale. Non sempre però i cittadini percepiscono questa ricchezza. In uno studio di Concentro, che abbiamo tenuto in considerazione nella progettazione, si evidenzia per esempio che le aree verdi in centro storico sono poco presenti».
Per quanto riguarda i progetti di carattere strettamente ambientale, ma con ricadute turisteche, sono di due tipi. Quello più ambizioso, che si innesta sui progetti realizzati coi fondi Pisus, è il collegamento ciclopedonale che partendo da Cordenons arriverà al lago della Burida. Il tratto tra il cotonificio Makò di Cordenons, il castello di Torre, il parco del seminario e fino al parcheggio della fiera, è finanziato con il Pisus.
Qui bisogna immaginare il collegamento che passa in quello che è «il sentiero delle operaie» lungo l’argine del Noncello. Con i finanziamenti dello Stato, invece «proseguiremo sotto la ferrovia fino a parco Reghena e, attraverso quello, raggiungeremo il lago della Burida passando dietro le vecchie Corderie». Il percorso sarà strutturato – oggi passare è possibile «ma ci si inerpica tra la selva in alcuni tratti» evidenzia Boltin – e arricchito con arredo urbano e cartellonistica che spiegherà il percorso e la sua valenza naturale.
«Sempre nell’ambito del bando – proseguono gli assessori – abbiamo inserito i progetti di recupero di due vecchi lavatoi, quello in via Gorizia e quello di via San Giuliano». La progettazione del primo lavatoio sarà seguita internamente dagli uffici, così come il progetto di riqualificazione di parco Galvani che prevede il rifacimento dei percorsi, con particolare attenzione a quello delle rose, la creazione di due pozzi per l’ossigenazione del laghetto e per evitare che si formino le alghe come avviene oggi».
L’intesa con lo Stato, preliminare all’erogazione dei fondi, è prevista entro fine ottobre. Poi ci saranno due mesi per presentare i progetti «ragione per cui – ricorda Cucci – stiamo già lavorando ai bandi di gara che dovranno essere pronti a settembre».
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