L’eredità di Tane Di Centa fra sport, amicizia e rispetto: «Un esempio per i giovani»
Alpini provenienti da tutta la Carnia, la sua comunità, i carabinieri di Paluzza e tanti rappresentanti dello sport gli hanno reso omaggio nella chiesa di Santa Maria. Il campione Venanzio Ortis ha ricordato che fu Gaetano ad averlo avviato allo sport con lo sci di fondo e la corsa in montagna.

La Carnia ha dato il suo ultimo saluto nella sua Paluzza a Gaetano Di Centa (Tane). Allenò centinaia di ragazzi, tra cui i figli Manuela e Giorgio, campioni olimpici, e Andrea, presidente dell’Unione Sportiva Aldo Moro Paluzza.
Aveva 97 anni Tane, 64 dei quali trascorsi con l’amata moglie Maria Luisa, tra due pilastri saldissimi: sport e famiglia. Alpini provenienti da tutta la Carnia, la sua comunità, i carabinieri di Paluzza e tanti rappresentanti dello sport gli hanno reso omaggio nella chiesa di Santa Maria. Il campione Venanzio Ortis ha ricordato che fu Gaetano ad averlo avviato allo sport con lo sci di fondo e la corsa in montagna.
«Hai trasmesso a me e a tanti ragazzi e ragazze della valle i valori che lo sport dovrebbe contenere: amicizia, rispetto per gli altri, impegno e perseveranza – ha detto rivolgendosi a Tane – . Anche negli ultimi tempi la tua frase preferita era “Bisugne tegni dȗr”, che significava molte cose: non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, non cedere e guardare avanti, non solo per migliorare le prestazioni sportive, ma anche per la vita di tutti i giorni. Questi valori hanno cambiato la prospettiva della mia vita e di tanti altri permettendoci di sviluppare opportunità altrimenti inespresse. Continuerai a vivere nei nostri ricordi».
«Gaetano ha scritto molte pagine dell’Us Aldo Moro – ha ricordato Marco Flora, dirigente del sodalizio –, è stato per tantissimi anni il protagonista, il perno, la guida dell’associazione, che grazie al suo fondamentale contributo esiste da quasi 80 anni. Sono centinaia i ragazzi e le ragazze di più generazioni che ha incontrato nel loro cammino, uno di questi sono io. Ci ha insegnato a correre, a sciare, a superare le difficoltà, a perseguire un obiettivo. Attraverso lo sport ha contribuito a farci crescere. Ci ha soprattutto insegnato ad affrontare la vita». «È stato un maestro per tanti di noi – il ricordo del sindaco, Luca Scrignaro –. Pochi a Paluzza con più di 30 anni non sono passati attraverso i suoi insegnamenti. Rimarrà per sempre un faro che va anche oltre lo sport».
«Tane – ha detto il parroco, don Tarcisio Puntel – ha lasciato il segno nella storia del nostro paese e nel cuore di tutti noi. Resti come esempio per i giovani. Era nato nel 1927, maggiore di cinque figli, in una famiglia dove non sono mancati i sacrifici. Ma ci si arrangiava come si poteva: a raffazzonare una palla di stracci pur di giocare, gli sci dalle tavole della palizzata, le gare organizzate tra bambini, non c’erano associazioni sportive allora. Ma è da queste esperienze spontanee che è iniziata la lunga e gloriosa storia dello sport scritta nel nostro paese».
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