Palù del Livenza, la tutela Unesco dà impulso al turismo

POLCENIGO. L’iscrizione del Palù del Livenza tra i beni tutelati dall’Unesco, nel 2011, ha dato nuovo slancio al turismo nella zona tra Polcenigo e Caneva. Da qualche anno a questa parte, un flusso in costante crescita di visitatori fa tappa nello splendido sito, apprezzato non soltanto per la sua valenza naturalistica, nota da tempo, ma anche per il suo inestimabile valore archeologico, pur di più difficile percezione. Il Palù muove un turismo lento e di nicchia, interessato a scoprire le molteplici attività e sfaccettature del territorio, compresa l’enogastronomia. «Miriamo a una proposta organica, capace di valorizzare i diversi aspetti delle nostre zone», conferma Mario Della Toffola, sindaco di Polcenigo.
L’offerta. Il punto di partenza per organizzare una visita al Palù è l’indirizzo web www.palu.incaneva.it, in cui è possibile reperire informazioni molto dettagliate sul sito palafitticolo. Per avere qualche consiglio utile su dove alloggiare o pranzare, invece, ci si deve rivolgere a un indirizzo di posta elettronica (info@paludilivenza.it) o a un numero di telefono (0434-797411). Meglio ancora il portale www.altolivenza.eu, miniera di notizie sull’intera zona dell’Altolivenza. L’accesso al Palù è libero, e all’interno sono indicati percorsi naturalistici seguendo i quali è possibile raggiungere i punti più suggestivi del sito, oggetto nel 2013 di una campagna di scavi archeologici – curata dalla Soprintendenza regionale – che ha permesso di riportare alla luce importanti reperti (legno, ceramica, selce e non soltanto) risalenti a tempi lontani. La presenza dell’uomo in questa zona umida e paludosa che si estende tra i comuni di Polcenigo e Caneva è infatti testimoniata sin dall’antico paleolitico, ovvero oltre 4.900 anni prima della nascita di Cristo.
I numeri. Difficile quantificare i visitatori di passaggio, considerato che molti di loro si trattengono anche soltanto una giornata per visitare il Palù e le altre bellezze che si trovano nella zona. Un dato significativo, tuttavia, che conferma la grande affluenza turistica nell’Altolivenza – e in special modo nella zona di Polcenigo e dintorni – è costituito dalle presenze registrate all’Albergo diffuso, struttura partita a maggio del 2014 che conta nel complesso 116 posti letto nel Polcenighese. Ebbene, le presenze nei primi otto mesi dall’avvio dell’Albergo sono state oltre mille: un segnale incoraggiante che conferma l’attrattiva turistica del territorio. Oltre al Palù – meta di studiosi e appassionati di natura e archeologia – la sola Polcenigo possiede due “perle” come il Gorgazzo, serie di grotte sommerse che da sempre rappresentano un vero paradiso per gli amanti del sub, e il parco di San Floriano.
Gastronomia. In onore al sito patrimonio dell’Unesco, a Polcenigo – inserito tra i borghi più belli d’Italia – si possono trovare gli gnocchi “Palù”, preparati con farro e altre farine particolari, nonché la rinomata trota del Livenza, accanto a numerose piccole produzioni locali. Sul territorio sono presenti diverse malghe e aziende agricole, mentre la cooperativa Controvento del parco di San Floriano produce salumi, marmellate e prodotti di stagione. Un’offerta così ampia, che punta alla qualità e alla stagionalità delle materie prime, può dare anch’essa nuovo impulso al territorio, affiancandosi alle bellezze paesaggistiche, naturalistiche e architettoniche per incrementare ulteriormente il già notevole afflusso turistico.
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