Pagamento elettronico, in un anno 4 mila nuovi Pos «Con il virus più richiesta»



C’è chi già da qualche anno conosce la comodità del pagamento elettronico, magari contacless, e chi l’ha scoperta durante la pandemia. Per tutti, la direzione sembra essere quella tracciata già in tempi non sospetti, quando la priorità era la tracciabilità della moneta elettronica e non la maggiore igiene rispetto a monete e banconote.

Nel giro di quattro anni i Pos della provincia di Pordenone sono aumentati del 60 per cento: secondo la Banca d’Italia erano 10.290 a fine 2016, ora sono 16.630 Il balzo maggiore nell’ultimo anno, con oltre 4 mila nuovi dispositivi. Un aumento dovuto certamente all’obbligatorietà del servizio che gli esercenti devono offrire alla clientela ma anche ad una sempre maggiore richiesta. «Non mi stupisco più nel vedere gente che paga il caffè con il bancomat o la carta di credito – spiega Fabio Cadamuro, presidente del gruppo provinciale Pubblici esercizi dell’Ascom – e chi lo faceva prima ha continuato a farlo anche durante la pandemia, ovviamente quando i bar hanno potuto riaprire, mentre chi non era abituato ha continuato a usare banconote e monete senza farsi intimorire dalla possibilità che fossero veicolo di contagio». Qualcuno, particolarmente tecnologico, paga anche con il cellulare.

A segnare lo spartiacque tra i clienti digital e gli affezionati alla moneta è il più delle volte l’età. Lo osserva anche Andrea Maestrello, referente del gruppo provinciale Ambulanti. «Abbiamo notato un aumento dell’uso di carte di credito e bancomat – spiega – soprattutto negli anziani. Molti, infatti, erano abituati a prelevare il contante in banca, allo sportello, e ora che le filiali ricevono su appuntamento fanno più fatica a prelevare». Anche la rete degli Atm è estesa (attualmente, secondo la Banca d’Italia, in provincia ci sono 257 sportelli automatici) ma non c’è stato il boom dei Pos, anzi: rispetto al picco di dieci anni fa il numero complessivo di Atm è calato.

«Anche noi ambulanti da qualche anno abbiamo tutti il Pos – continua Maestrello – ma molto sta al buon senso del cliente: raramente un oggetto da due euro viene pagato con la carta anche se da quando i mercati hanno riaperto abbiamo notato un aumento di questa modalità soprattutto negli anziani».

Il settore dove il pagamento elettronico sembra aver preso più piede è quello dell’abbigliamento. «Se prima questo sistema veniva usato dal 60 per cento dei clienti, ora siamo arrivati all’80 per cento – spiega Antonella Popolizio, referente pordenonese di Federmoda – e proprio su questo tema stiamo raccogliendo dati per chiedere convenzioni più convenienti».

Le commissioni, infatti, sono la spina nel fianco dei commercianti. «I costi sono sempre troppo elevati – commenta Alberto Marchiori, presidente Ascom Pordenone –. Il Governo così pensa di bloccare il sommerso ma i commercianti sono già stati penalizzati dalle situazioni contingenti: servono incentivi». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto