Ospizio marino di Grado, sta indagando un pool di pm

La Procura della Repubblica di Gorizia ha istituito una squadra di tre magistrati fare chiarezza sulla vicenda della struttura
UDINE.
La Procura della Repubblica di Gorizia ha istituito un pool di tre magistrati per indagare sulla vicenda dell’Ospizio marino di Grado e sul “crac” della clinica Santa Eufemia e dell’hotel Rialto, strutture riabilitative gestite da Eurosanity, società partecipata al 20% dallo stesso Ospizio. Il procuratore di Gorizia, Caterina Ajello, ha anche precisato che le indagini preliminari avviate dalla Procura non hanno portato finora ad alcuna iscrizione nel registro degli indagati.


I tre pm che costituiranno il pool sono Valentina Bossi, Luigi Leghissa ed Enrico Pavone. «Attendiamo i risultati delle indagini, che sono state delegate alla Guardia di Finanza - ha riferito Ajello - per verificare lieventuale rilievo penale dei fatti e decidere la configurazione di eventuali reati. Considerata la complessità della vicenda - ha anticipato - sarà necessario attendere almeno un mese per avere i primi risultati».


I filoni sui quali sta indagando la Procura sono due: quello riguardante le carenze strutturali e le condizioni igienico-sanitarie dell’Ospizio marino Barellai, posto sotto sequestro nello scorso luglio per il malfunzionamento dell’impianto di condizionamento e dissequestrato in agosto. L’altro filone è relativo alla gestione della Fondazione che si occupava, appunto, della clinica riabilitativa Santa Eufemia e dell’hotel Rialto.


Il commissariamento della Fondazione Ospizio Marino ha condotto contestualmente alla messa in liquidazione della clinica Sant’Eufemia e dell’Hotel Rialto. La clinica Santa Eufemia, in particolare, ha ricevuto finanziamenti per 28 milioni da un pool di banche nonostante non avesse mai ricevuto l’accreditamente al Servizio Sanitario Regionale da parte della Giunta regionale.


Intanto, sono giunte manifestazioni di interesse da parte di società private per l’acquisizione dell’Ospizio, la struttura sanitaria sottoposta a procedura di liquidazione dal Tribunale di Gorizia. È stato comunicato, al termine dell’incontro tra gli assessori regionali al Lavoro, Angela Brandi, e alla Sanità, Vladimir Kosic, e i tre commissari liquidatori. Il prossimo 8 ottobre scadrà il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse, ma quelle già inoltrate prevedono tutte il mantenimento dell’attività sanitaria.


I due assessori hanno chiesto che nel bando di vendita dell’immobile si tenga conto della «comprovata esperienza» nel settore e della solidità finanziaria dimostrata. È stato inoltre chiesto ai commissari che valutazione preferenziale venga data all’offerta che prevede il più alto numero di assunzioni tra i 61 lavoratori, oggi in cassa integrazione. Non è stata ancora fornita la perizia del valore dell’immobile, che i commissari si sono impegnati a trasmettere alla Regione nei prossimi giorni. Tutta la procedura dovrà essere conclusa entro l’anno.


Tra le priorità figura la richiesta, sempre da parte dei commissari, del prolungamento per due mesi del trattamento degli ammortizzatori in deroga, in scadenza il 16 novembre.


Sul caso ieri è intervenuta anche la Cgil. «La vicenda dell’Ospizio Marino di Grado mette in luce una degenerazione della presenza del privato in Sanità», ha detto Franco Belci, segretario della Cgil. Secondo Belci «è necessario definire requisiti e forme di accreditamento degli enti privati tali da garantire l’efficienza e la continuità dei servizi e da consentirne il controllo puntuale da parte della Regione. È una richiesta che abbiamo già fatto all’assessore Vladimir Kosic per le case di riposo e sulla quale non abbiamo ricevuto risposta. Se non si procederà in questo senso potremmo avere altre situazioni che rischiano di colpire, alla fine, lavoratori e utenza».

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