«Ospedali, Latisana non chiude». Ma Lignano non crede

LIGNANO. «Non c'è nessuna ipotesi di chiusura per l’ospedale di Latisana». La rassicurazione arriva dall’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca. Che giudica «irresponsabile alimentare le preoccupazioni dei cittadini» e che spiega come la riforma serva per «garantire un futuro a quell’ospedale non certo a cancellarlo».
«Anche per Latisana – continua l’esponente della giunta Serracchiani - è stata fatta un’analisi dei dati sulle cure erogate, sulla loro appropriatezza, sulla qualità, sulla organizzazione dei servizi. Su questi dati è stata costruita una “scheda ospedale” su cui c’è stato un confronto con i portatori di interesse a livello locale».
«Ogni scelta - conclude l’assessore Telesca - si basa sulla volontà di migliorare la qualità dell’assistenza, garantendo la massima sicurezza delle prestazioni in tutti i presidi sanitari e ospedalieri del Fvg, Latisana compresa».
Non la pensano così invece sindaci, operatori e cittadini della Bassa che sabato, alle 10, scenderanno in piazza a difesa proprio dell’ospedale di Latisana. Uniti in questa battaglia anche l’amministrazione e gli operatori turistici di Lignano.
«È inspiegabile come un ospedale che per tre mesi all’anno diventa il più grande della Regione per bacino di utenza con 400 mila presenze giornaliere, molte delle quali da Lignano e Bibione - dicono gli imprenditori -, non sia considerato nella nuova riorganizzazione regionale, il più importante e strategico tra gli ospedali di rete. L’esempio più eclatante è la possibile mancanza di un servizio ospedaliero e pediatrico attrezzato».
«Se fosse così – dice il presidente di Lisagest Loris Salatin – Lignano darebbe al turista l’immagine di città meno sicura sotto il profilo medico-sanitario. Per noi sarebbe una penalizzazione».
«Se non si dovessero mantenere i presidi sanitari esistenti in capo all’ospedale di Latisana – dice Giorgio Ardito presidente della Lignano Pineta Spa - l’offerta turistica della località balneare verrebbe mutilata e perderebbe la sua competitività».
Posizione condivisa anche da Confcommercio e dal consorzio Lignano Holiday. (v.z.)
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