Ospedale sotto organico Cardiologia ancora in crisi

Erano previste due assunzioni, ma un medico non è arrivato, l’altro ora è a Udine Oltre al primario a scavalco, vi lavorano 5 professionisti contro i 7 di Monfalcone
Di Vincenzo Compagnone
Medics
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Dopo il pensionamento dell’ex primario facente funzioni, il dottor Flavio Faggioli (successivo alla nomina del nuovo dirigente unico di Gorizia-Monfalcone, la dottoressa Gerardina Lardieri), l’Azienda sanitaria aveva previsto due assunzioni a tempo determinato per rinforzare l’organico, da sempre carente, della Cardiologia del San Giovanni di Dio. Senonchè, dei medici individuati, uno non è mai arrivato perché l’Aas di appartenenza ha pensato bene di trattenerlo trasformandogli il contratto in un “tempo indeterminato”. Per l’altro, invece, si può parlare di una toccata e fuga: dopo una permanenza-lampo a Gorizia si è trasferito a Udine.

E così siamo alle solite, con un reparto nuovamente in grave sofferenza. Oltre al primario a scavalco, vi lavorano appena 5 medici, contro i 7 di Monfalcone. Non solo, ma di questi 5, solamente tre sono abilitati a svolgere i turni di notte, dal momento che due ne sono esentati per motivi di salute. E pensare che la “squadra” dovrebbe annoverare otto medici più il primario.

Una situazione-fotocopia di quella di un anno fa, quando il dottor Faggioli scrisse una lettera alla direzione dell’Ass Bassa Friulana-Isontina per far presente la precarietà dell’organico, che coinvolge un settore molto delicato come quello della terapia intensiva (unità coronarica) e sub-intensiva.

Ma stavolta il malcontento e i disagi sono duplici. Perché il nuovo “dimagrimento” dello staff dei cardiologi del San Giovanni di Dio arriva in un momento in cui dovrebbe essere imminente una decisione sull’accorpamento, in una delle due strutture ospedaliere, dell’Unità coronarica, con 6 letti monitorati e la guardia cardiologica sulle 24 ore. «L’unica soluzione – si sussurra nei corridoi dell’ospedale – sarebbe quella di procedere finalmente con questa unificazione che, secondo tutte le previsioni dovrebbe privilegiare il San Giovanni di Dio».

D’altra parte anche il direttore generale dell’Aas, Giovanni Pilati, aveva garantito che il nuovo primario, la dottoressa Lardieri (in carica dal giugno 2016) avrebbe fornito, di concerto con i vertici aziendali, tutte le indicazioni alla Regione affinchè formalizzasse una scelta definita come “prioritaria” già nel gennaio 2015, nella prima conferenza stampa dell’attuale general manager: quella, appunto, riguardante i futuri assetti organizzativi della cardiologia al San Giovanni di Dio e al San Polo. Eppure, da Trieste si continua a tergiversare: forse perché il servizio, che Gorizia rivendica con forza, continua ad essere osteggiato da Monfalcone che non si accontenta di una presenza cardiologica diurna senza posti letto, visite urgenti e ambulatoriali, test ergometrici, ecografie e consulenze pre-operatorie. E poi si parla di dualismo da superare…

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