Ospedale, la Cicogna chiede le dimissioni di Beppino Colle

Gemona, il comitato non crede al direttore dell’Ass 4. «Depauperamento dei servizi: basta con queste scelte»
Gemona 17 Aprile 2013 ospedale protesta Copyright pressTurco
Gemona 17 Aprile 2013 ospedale protesta Copyright pressTurco

GEMONA. Il comitato Cicogna non crede alle rassicurazioni del direttore generale dell’Ass 3 e ne chiede le dimissioni. La questione è sempre quella dell’ospedale e la Cicogna ieri è tornata in piazza per mettere bene in chiaro che l’ospedale gemonese San Michele «non si tocca».

«Basta con le scelte politiche sanitarie che hanno permesso solo un continuo e inesorabile depauperamento dei servizi offerti», dicono. Il gruppo, forte dell’appoggio di un centinaio di manifestanti, ha letteralmente urlato, dalla piazzetta antistante la sede della direzione sanitaria dell’Alto Friuli, le dimissioni di Beppino Colle. Il comitato si è proposto come portavoce di tutti i cittadini che usufruiscono del San Michele, a cui fa appello per segnalare ogni tipo di disservizio o dirottamenti a altre strutture all'indirizzo e-email gruppocicogna@gmail.com.

Lo scopo ultimo, salvare il San Michele, con la strenua difesa e il potenziamento dei suoi servizi di base, grazie a un’attenta e scrupolosa vigilanza. Ad aprire la manifestazione di protesta indetta dallo storico comitato a difesa del nosocomio gemonese, la sua portavoce Monica Feragotto: «A dispetto di quanto pensava qualcuno, siamo qui, attivi e contro ogni strumentalizzazione del nostro gruppo, per far sentire la voce di tutti i cittadini. Ci hanno detto che il San Michele è salvo, ma non ci crediamo, perché i servizi che ci sono vengono dati male.

L’ospedale è nostro per diritto acquisito negli anni, non ci è stato regalato e non deve essere strumentalizzato. Gemona ha già dato tanto: non siamo in contrapposizione con la struttura tolmezzina, ma chiediamo che i servizi sanitari di base rimangano qui e vangano potenziati, non chiediamo ulteriori specializzazioni. Senza l’ospedale, anche l’università se ne andrà».

La Feragotto ripercorre i punti dolenti della questione. In primis, i dirottamenti a altre strutture sanitarie. Alcuni manifestanti insorgono, ciascuno citando il proprio caso: Quarto d’Altino, Manzano, Vittorio Veneto. «Il direttore Colle sta diminuendo gli interventi previsti a Gemona e li dirotta a Tolmezzo», continua la portavoce. Il gruppo fa quindi un ulteriore appello: «Qualora in sede di prenotazione ci dirottassero a Tolmezzo, preferiamo Gemona o Udine, perché i numeri devono rimanere qui», asserisce il comitato.

Ma la lista è lunga, con la preoccupazione per il mantenimento dell’area di emergenza e un capitolo particolare per la strumentazione: la Tac tolmezzina riciclata a Gemona, il mammografo e la risonanza magnetica mai arrivati.

Dopo gli interventi del vicesindaco Robero Revelant e della consigliera Ester Zearo, la lettura di un messaggio a supporto del comitato da parte del deputato Gianluigi Gigli, direttore della clinica neurologica, che richiama i politici alle responsabilità delle proprie scelte. Durante la manifestazione, diversi cittadini sono intervenuti, tra cui il professor Luigi Tagliani, ex primario di ginecologia del San Michele, che ha spronato tutti a «non piegarsi davanti a questo continuo depauperamento dei servizi, altrimenti il San Michele, struttura indispensabile per il territorio, verrà trasformato in una residenza per anziani».

Infine, la promessa di ritrovarsi quanto prima in occasione della fiaccolata, di prossima organizzazione, a difesa dell’ospedale gemonese.

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