Originale abile a cucire: così Lara D’Aquino crea abiti e accessori unici nell’atelier Fatto&Rifatto

Non è una sarta. Nemmeno una stilista. Si definisce piuttosto «una creativa che sa cucire». E si dice fortunata ad aver potuto trasformare una passione – la creatività, appunto – nel proprio mestiere. Che sta «racchiuso» nel nome che cinque anni fa ha scelto per la sua attività. «Fatto&Rifatto», dove «fatto» sta per pochette, cravatte, papillon, cappellini da cerimonia e moltissimi altri accessori – esclusivamente pezzi unici – che crea con le sue mani. «Rifatto» è la medesima creatività messa al servizio di una seconda vita concessa ad abiti finiti in disuso in qualche cassetto o armadio.
Lara D’Aquino, udinese, 33 anni, dopo il diploma al Liceo scientifico Marinelli – «Un ripiego. Volevo frequentare l’istituto Sello, ma studiando anche pianoforte la scelta doveva per forza cadere su una scuola che non prevedesse rientri» –, non ha avuto esitazioni sulla strada da intraprendere. Il pallino del cucito, spiega infatti, lo ha avuto fin da piccola. Era ancora una bambina quando ha imparato a cucire. Al fianco di mamma Angelina che, nel tempo, ha sempre assecondato i suoi desideri di abiti estrosi, «un po’ fuori dai canoni». Dal cappotto – ogni inverno uno diverso –, al vestito da indossare per la festa della maturità. «È stata la mia vera maestra». Poi Lara è cresciuta e ha cominciato a crearsi il guardaroba da sola (e da allora non ha più smesso).
Così, quando dall’Università di Padova è rientrata in Friuli con la laurea in «Cultura e tecnologia della moda» – era il 2008 –, aveva già le idee ben chiare su quello che avrebbe fatto. «Lavorare nel campo della moda». L’inizio in aziende prestigiose: stage da Missoni e Benetton. «Dopo l’università, che offre un’ottima preparazione, ma purtroppo solo teorica, ero piena di entusiasmo. Finalmente potevo iniziare a trasformare tutte le mie idee in qualcosa di concreto». Invece così non è stato. «Si è trattato di esperienze che ancora una volta erano incentrate solo sulla teoria. Purtroppo sono percorsi non strutturati per una formazione e tanto meno per fare pratica. E alla fine sei tu che offri un aiuto, spesso e volentieri gratuito, alle aziende che ti ospitano». Lara però non si scoraggia. E collabora, per un periodo, anche con due stiliste. «Niente certezze e niente contratto. E quando ho chiesto di essere regolarizzata i rapporti si sono incrinati e me ne sono andata».
Così, fantasia e inventiva sono state messe per un po’ da parte. Giusto tre anni durante i quali ha lavorato come commessa. Poi la brama di fare è riesplosa. Lara ha deciso che era arrivato finalmente il momento di scommettere. Questa volta solo su se stessa. E a dicembre 2013 ha aperto il suo atelier a Udine. Grazie anche a mamma e papà Giuseppe che l’hanno spronata a coronare il proprio sogno. Che all’inizio ha preso forma in via Sillio. Poi il lavoro è andato via via aumentando e c’è stato il trasferimento nella più centrale via Cesare Battisti.
I suoi clienti – arrivano anche da altre regioni – sono soprattutto persone che apprezzano il «fatto a mano» e i pezzi unici. Tutte le sue creazioni – la sua passione sono le borse e in particolare pochettes da donna proposte in abbinamento agli accessori da uomo, siano cravatte o papillon – non sono ripetibili. «C’è la possibilità di personalizzare i prodotti scegliendo tra una vasta gamma di stoffe e pelli». Ma nulla viene rifatto uguale a qualcosa di già immaginato e realizzato.
Lara oggi lavora dalle 10 alle 12 ore al giorno – trova anche il tempo di organizzare corsi di taglio e cucito –, spesso aprendo bottega alle 7 del mattino per star dietro alle consegne. Confezioni di ogni genere, per donna e uomo. Da quando è diventata zia, ammette, si è cimentata pure in abiti per i più piccini. Dando sfogo alla sua fantasia. Come quella mantellina per la pioggia ricavata da un ombrello che non appena esposta in vetrina è stata immediatamente venduta.
Insomma, chi vuole qualcosa di originale si rivolge a lei. «La clientela che mi segue da anni conosce ormai la mia filosofia e la condivide». Così accade per quanti entrano da «Fatto&Rifatto» con l’intento di «salvare» dal parcheggio nell’armadio ciò che non indossano più. Affidandolo alle sapienti mani di Lara che di certo lo trasformeranno in qualcosa di particolare. E i vecchi abiti – «A volte senza bisogno di grandi interventi, ma con piccoli aggiustamenti» – diventano subito attuali.
E se i jeans sono ormai troppo stretti, niente paura perché Lara li trasforma in una originale borsa a tracolla. Una camicia da uomo, con l’aggiunta di un po’ di passamaneria, può diventare una stilosa camicetta estiva da donna. E le cravatte vintage come per magia sono trasformate in una fantasiosa gonna.
La particolarità, spiega, è che lei i capi non li realizza sartorialmente, ma lavora adattando la stoffa al corpo. Uno stile che va oltre il «su misura». «Cerco prima di tutto di capire se il colore e il tipo di tessuto sono quelli adatti alla persona che commissiona l’abito». Insomma, a monte c’è un lavoro di progettazione piuttosto puntiglioso. Caratteristica che contraddistingue poi anche la realizzazione. «Quando mi danno piena fiducia – aggiunge –, affidandosi completamente alla mia fantasia e rimanendo contenti del risultato finale, è per me un’enorme soddisfazione che mi ripaga di tutte le ore davanti ad una macchina da cucire».
Di lei, nel 2016, ha parlato anche Life Style, piccola guida – abbinata alla rivista Donna Moderna – sui posti assolutamente da visitare in Friuli e Veneto, raccontando come, nella sua bottega, da una «mirabile opera sartoriale» prendano vita «originalissimi accessori».
L’estate scorsa una sua creazione è stata esposta in una galleria d’arte a Venezia Dorsoduro, in una collettiva dal titolo «Le donne nell’arte», insieme ad altre espressioni creative. Per l’occasione Lara ha dato sfogo alla fantasia realizzando un abito da sera nel quale ha fatto convergere tre materiali diversi e «distanti» tra loro: taffetà di seta, pelle e piume verdi.
Li ha messi insieme per raccontare «L’anima della donna in un abito», titolo da lei scelto per l’opera. Esposta al pari di quadri e sculture, la composizione ha particolarmente affascinato i tanti visitatori, colpiti sì dall’originalità, ma anche dalla maestria e dalla precisione nell’esecuzione dei dettagli. E quello della creatività da abbinare a eventi – che siano esposizioni (più volte i suoi accessori hanno dato vita a mostre con quadri e sculture) o sfilate –, svela, è la strada principale che vorrebbe percorrere nel suo futuro
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