Operaio morto alla Trend Il giudice: nuova indagine

VIVARO. Due condanne (con pena indultata), tre assoluzioni e atti alla procura affinché vagli la posizione di cinque persone, ovvero i componenti del consiglio di amministrazione della società. Si è concluso così il processo a cinque imputati a seguito dell’infortunio sul lavoro alla Trend group spa di Vivaro – azienda specializzata nella produzione di lastre in agglomerato per la pavimentazione – nel quale perse la vita un operaio di 39 anni.
Chiamati a rispondere di omicidio colposo, davanti al giudice monocratico del tribunale di Pordenone Monica Biasutti, erano: Cesare Ortolani, 61 anni, di Creazzo (Vicenza), amministratore delegato del gruppo; Dino Pauletto, 57 anni, di Fossalta di Portogruaro, responsabile dello stabilimento; Livio Magni, 49 anni, di Solza (Bergamo); Luca Colleoni, 41 anni, di Calusco d’Adda (Bergamo), responsabile della sicurezza e prevenzione nella fabbrica; Raul Picelli, 61 anni, di Spilimbergo.
La notte del 25 settembre 2004, nello stabilimento di Vivaro, morì schiacciato in un macchinario Benjamin Hemeng, operaio ghanese di 39 anni. La moglie e i due figli, minorenni, si erano costituiti parte civile con l’avvocato Giorgio Pegolo. La Trend group spa, indipendentemente dall’esito processuale, aveva risarcito a vedova e figli, tutti residenti in Ghana, 370 mila euro.
Il pubblico ministero Beatrice Toffolon aveva chiesto l’assoluzione del capoturno Picelli «perché il fatto non sussiste» e la condanna a 16 mesi, il minimo della pena, per gli altri quattro imputati.
I difensori degli indagati, gli avvocati Antonella Brandolisio e Marco Zucchiatti, avevano chiesto l’assoluzione per tutti, ritenendo che l’impianto fosse stato costruito per la lavorazione in automatico, senza la presenza di lavoratori all’interno, e comunque dotato di tre sistemi di sicurezza.
Il giudice monocratico ha condannato a un anno di reclusione (pena indultata) Paoletto e Colleoni e assolto i rimanenti tre imputati «per non avere commesso il fatto». Ha altresì inviato gli atti al pubblico ministero affinché valuti eventuali responsabilità dei cinque amministratori della Trend group spa (presidente e consiglieri) in quanto non chiaro a chi fosse stata conferita la delega in materia di sicurezza sul posto di lavoro.
Nel pomeriggio interviene con una nota la Trend group spa manifestando «perplessità in ordine alla decisione emessa dal tribunale di Pordenone». Da un lato «accoglie con soddisfazione l’assoluzione dell’allora amministratore delegato imputato, del responsabile della prevenzione e del capo turno operante in contesto con il lavoratore deceduto» dall’altro «ritiene con convinzione l’assoluta carenza di responsabilità circa l’accaduto anche in capo al proprio direttore di stabilimento e al responsabile del reparto interessato». La Trend group attende «il deposito della motivazione onde valutare l’opportunità di ulteriori azioni». (e.l.)
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