Omicidio Pasolini, svolta: il dna rivela tracce di altre persone

CASARSA DELLA DELIZIA. Omicidio Pasolini: a 39 anni dall’uccisione dello scrittore, regista e poeta di Casarsa arriva una nuova svolta nell'inchiesta tanto che Giuseppe Pelosi, condannato a 9 anni e 7 mesi per il delitto, è tornato in Procura a Roma per essere interrogato questo lunedì 1 dicembre dal pm Francesco Minisci.
Una svolta che arriva dalle analisi del dna sugli abiti indossati da Pasolini la notte dell’omicidio all’idroscalo di Ostia. Sugli indumenti sarebbero state scoperte tracce di sangue il cui codice genetico è diverso da quello di “Pino la rana”. Tracce che potrebbero essere dunque riconducibili ad altri potenziali sospettati.
Le ultime analisi sulle tracce di dna erano state chieste da Guido Mazzon, cugino di Pasolini. Il 21 novembre di quest’anno era stata lanciata inoltre una petizione per chiedere che l’indagine sull’omicidio, riaperta a Roma da oltre cinque anni, «giunga ad una sua definizione». A promuovere l’iniziativa su internet è stata la criminologa Simona Ruffini, assieme all'avvocato Stefano Maccioni, che assiste Guido Mazzon.
La petizione in poche ore ha raccolto l’adesione di centinaia di persone tra cui alcuni parlamentari come Laura Puppato e Stefano Fassina del Pd, associazioni dei consumatori come Cittadinanza attiva, il regista cinematografico Marco Risi. A sottoscrivere la petizione anche il regista e autore teatrale Moni Ovadia che in un messaggio scrive: «Pier Paolo Pasolini è stato il pensatore più originale, coraggioso e scomodo del nostro secondo dopoguerra. La verità su di lui è cruciale per il futuro del nostro Paese»
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