Ogm, 39 imputati dipendono da una porta

PORDENONE. Gli attivisti no Ogm «tirarono con forza» la porta di accesso di Agricoltori federati (il cui presidente è Giorgio Fidenato) o la trovarono aperta e quindi “invasero”, più o meno liberamente, la sede dove si teveva una conferenza stampa pro Ogm? La risposta arriverà dalle immagini girate dalle forze dell’ordine e dai cameraman delle testate giornalistiche quel giorno.
Le dichiarazioni testimoniali, infatti, divergono. Quella porta, insomma, sarà determinante per l’esito del processo.
Gli imputati – sentiti ieri – sostengono che le porte della sede pordenonese di Agricoltori federati erano aperte e quindi la partecipazione alla conferenza stampa sarebbe stata di libero accesso a tutti e non solo ai giornalisti; la controparte afferma che i manifestanti entrarono a forza, opponendosi al divieto impartito dall’impiegata dell’associazione, che tentava di tenere la porta chiusa, e poi dallo stesso Fidenato. Il verdetto, sabato 28 febbraio.
Era il 30 aprile 2010 quando, dopo avere organizzato un presidio a Vivaro contro le coltivazioni ogm, i manifestanti scesero a Pordenone e riuscirono ad entrare nella sede di Agricoltori federati. Aggirando le forze dell’ordine, con spray e megafono, secondo il capo di imputazione lanciarono semi (biologici) contro il presidente Giorgio Fidenato.
Gli gridarono «vergogna, chi semina ogm raccoglie m..., venduto alle multinazionali». A vario titolo ora devono rispondere, in opposizione a decreto penale di condanna, di concorso in violazione di domicilio, lesioni personali aggravate, violenza privata, ingiuria, imbrattamento di cose altrui.
Gli imputati sono: Gianni Cavallini, 60 anni, di San Vito al Tagliamento; Valentina Paganessi, 27 anni, di Polcenigo; Stefano Dorigo, 26 anni, di Udine; Cristian Massimo, 35 anni, ed Elena Placitelli, 33 anni, di Cervignano; Veronica Badolin, 32 anni, di Mestre; Niccolò Bocenti, 31 anni, Emanuele Broccardo, 34 anni, Tommaso Cacciari, 35 anni, Marta Canino, 27 anni, Andrea Gastaldi, 25 anni, Vittoria Scarpa, 38 anni, di Venezia; Rocco Cacciari, 25 anni, di Dolo; Stefano Conte, 25 anni, di Santa Maria di Sala; Marco Filippone, 27 anni, Michele Valentini, 37 anni, di Marghera; Sarah Castelli, 34 anni, Valentina Corsini, 27 anni, Marta Franco, 23 anni, Sebastian Kohlscheen, 26 anni, Vilma Mazza, 52 anni, Fabio Mercurio, 27 anni, di Padova; Paride Danieli, 42 anni, di Treviso; Rossella Manganaro, 35 anni, di Conegliano; Chloè Zimmermann, 27 anni, di Belluno; Ermanno Brancaccio, 28 anni, di Oriolo; Eddy Broglio, 26 anni, di Lusiana; Enrico Livio Gheller, 30 anni, di Caldogno; Michele Nigro, 26 anni, di Avetrana; Francesco Pavin, 33 anni, di Vicenza; Filippo Rigotti, 21 anni, di Trento; Pietro Vianello, 25 anni, di Bolzano Vicentino.
Il procedimento è stato unificato con un altro, per medesimi fatti, nel quale sono imputati l’ex consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz, 46 anni, di Trieste, Marco Zanotto, 36 anni, di Padova, Carlo Visintini, 35 anni, di Trieste, Fabio Tomaselli, 34 anni, di Conegliano, Milo Tamanini, 29 anni, di Trento, Pier Lorenzo Parrinello, 45 anni, di Padova, e Luigino Enzo, 55 anni, di Treviso. Parte offesa sono il presidente di Agricoltori federati Giorgio Fidenato e la dipendente Viviana Stabarin.
«Chiesi il permesso alla questura di effettuare la manifestazione di Vivaro. Quando seppi dai giornalisti che ci sarebbe stata una conferenza stampa a Pordenone, vi andai perché volevo esprimere la mia posizione e confrontarmi con Fidenato», ha detto al giudice Rodolfo Piccin l’ex consigliere regionale Alessandro Metz, che ha testimoniato dopo l’ultimo agente della Digos convocato dal pubblico ministero in un palazzo di giustizia presidiato dalle forze dell’ordine.
«Non ho mai ricevuto l’invito ad allontanarmi», ha aggiunto l’esponente dei Verdi. Elena Placitelli, giornalista: «Venni invitata a seguire la manifestazione e seguii anche la conferenza stampa». Nulla a che vedere, insomma, con il ruolo degli attivisti no Ogm.
Fabio Tomaselli, in sede di esame, ha confermato che «le porte della sede di Agricoltori federati erano aperte e non ho avuto alcuna difficoltà ad entrare. Lanciammo – ha aggiunto – a scopo dimostrativo alcune sementi sui pavimenti». A chiudere le testimonianze, ieri, Gianni Cavallini, di cui riferiamo a parte.
Il giudice, probabilmente, intende incrociare le testimonianze di ieri – le porte della sede di Agricoltori federati era aperta, sostengono gli imputati, e quindi non vi è stata alcuna invasione – con i video in possesso della pubblica accusa, che mostrerebbero il contrario. Nella prossima udienza, la sentenza.
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