Nuova convenzione con il cementificio Gli ecologisti: «Baratto salute-denaro»

Rinnovata l’intesa con il Comune: soltanto di “Css-rifiuto” Buzzi verserà 148.500 euro l’anno Il comitato No all’incenerimento, sì al riciclo: «Un vero affare di certo non per la popolazione»

fanna

Nuova convenzione tra cementificio Buzzi Unicem e Comune di Fanna: la notizia non è sfuggita al comitato No all’incenerimento, sì al riciclo, che ha definito l’intesa «l’ennesimo baratto per il territorio».

L’accordo stabilisce che l’azienda versi al municipio 5 euro per ogni tonnellata di Css-rifiuto (combustibili solidi secondari), quindi fino a 148.500 euro l’anno, e 3 euro per ogni tonnellata di Css-prodotto, impossibile da quantificare a priori.

«Nella convenzione viene per la prima volta usato il termine di Css-prodotto (nell’Aia, ossia l’autorizzazione, e in qualunque norma si parla di Css-combustibile), forse per rendere più accettabile l’idea di bruciare una quantità indefinita di rifiuti, annunciando altresì che dal 2019 l’azienda ha cominciato a usare questa tipologia di Css, senza chiarire la quantità – fa sapere il comitato –. La scellerata convenzione impone un rapporto direttamente proporzionale tra il rimpinguamento delle casse comunali e la quantità di inquinamento prodotto dal cementificio a causa dell’utilizzo di Css: più sarà maggiore tale uso, più renderà economicamente alle casse municipali».

«È vero che i soldi dovrebbero essere impiegati per “iniziative e interventi di interesse pubblico riguardanti prioritariamente servizi del settore socio-assistenziale, di protezione e miglioramento ambientale, sociale e culturale”, ma è anche vero che le precedenti convenzioni, seppure vincolate a interventi di tutela di ambiente e salute, non pare abbiano concretamente prodotto compensazione ambientale o sanitaria per la popolazione – prosegue –. È ironica l’affermazione che la società intenda continuare a perseguire un modello di sviluppo sostenibile o che abbia sempre intrapreso iniziative virtuose verso il territorio, soprattutto alla luce di quanto auspicato nelle premesse della convenzione, ovvero di progettare assieme all’amministrazione la destinazione dell’indennizzo per “valorizzare il proprio ruolo sul territorio”, “porre nella giusta luce l’iniziativa imprenditoriale”, “ottenere pubblicità per il marchio e visibilità”. Iniziative e opere realizzate per la comunità coi soldi dell’indennizzo dovranno avere ben visibile il marchio Buzzi e il Comune dovrà promuovere le visite nel cementificio, pena la risoluzione della convenzione. Un vero affare per qualcuno, non per i cittadini».

Il comitato ricorda che i Css «sono combustibili prodotti da rifiuti, composti principalmente da plastiche, resine, poliaccoppiati, gomme sintetiche e fibre artificiali, la cui combustione comporta la diffusione di sostanze pericolose per la salute».

Ma Buzzi replica che il Css è sostenibile ambientalmente, economicamente e socialmente. —





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