Notre Dame, il restauro porta la firma di Spilimbergo

Mezzo milione di tessere utilizzate, 1.200 metri quadri di superficie riportati all’antico splendore, oltre un milione di euro il costo per l’intervento di restauro e due anni di lavoro compiuto da una squadra di mosaicisti formati a Spilimbergo. Il tutto sotto il coordinamento di Michel Patrizio, residente a Marsiglia e i cui nonni erano partiti a fine ’800 da Sequals per raggiungere la città francese.
Sono questi i numeri legati al restauro dei mosaici in oro all’interno di Notre Dame de la garde, la basilica che si trova in cima al colle che domina l’abitato e il porto della seconda città transalpina per numero di abitanti. Michel, classe 1948, è figlio di Giuseppe e nipote di Ettore Patrizio. Quest’ultimo nei primi anni del 1900 aprì a Marsiglia un laboratorio artigiano per la lavorazione del mosaico. E fu nonno Ettore che, per la prima volta, mise mano alle decorazioni posate a fine ottocento da un’altra ditta, la Mora, anch’essa di origine sequalsese, su disegni di un altro illustre concittadino, il capostipite della dinastia dei mosaicisti, ossia Giandomenico Facchina. Nel 2008 la commessa per la sistemazione delle opere d’arte custodite all’interno di Notre dame de la Garde viene affidata a Michel. «In quell’occasione pulimmo dalla salsedine circa 1200 metri quadrati di mosaici e ne riparammo circa 50 metri quadrati con l’intera sostituzione delle tessere. Il compito più difficile è stato quello di reperire a Venezia dagli Orsoni i colori originali. Mentre allora le tinte a disposizione erano oltre 12 mila, oggi se ne fabbricano non più di un quarto. Si capisce quindi qual è stata la nostra grande difficoltà». Oltre a Michel, la squadra di artigiani era formata da altri 5 artigiani, tutti formatisi nella scuola di Spilimbergo. «La scelta di utilizzare queste professionalità – spiega Patrizio – è dovuta al fatto che i professionisti usciti da quell’istituto sono sinonimo di garanzia nella qualità del lavoro eseguito».
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