«Non dare soldi ai mendicanti»

Dallo sfondo nero, da destra spuntano due grandi mani che raccolgono monete. A sinistra un invito a caratteri cubitali, su sfondo bianco e rosso: «Non dare soldi ai mendicanti. Il tuo denaro non va ai poveri ma a reti criminali senza scrupoli». Sotto, un consiglio: «Aiuta veramente i bisognosi, rivolgiti alle organizzazioni che li assistono». Dopo l’ordinanza (su cui pende un ricorso al Tar e consente alle forze dell’ordine di sequestrare l’elemosina), scatta la fase 2: manifesti e volantini contro l’accattonaggio. Dura l’opposizione: «Prima come Scampia, adesso saremmo in mano a organizzazioni criminali».
Sei in formato gigante (6x3) – affissi nelle vie Treviso, Revedole, Dante, Montereale, Matteotti e San Valentino –, alcune decine in formato normale davanti ai supermercati e i volantini, in negozi e attività del centro. La campagna costerà circa 800 euro. A breve la fase 3: «L’ordinanza – annuncia l’assessore alla sicurezza Emanuele Loperfido – perderà efficacia quando disciplineremo accattonaggio e mendicità molesta nel regolamento comunale d’igiene, quello sul decoro della città».
Una campagna che non piace alla civica del Fiume. «L’iniziativa è attiva da mesi con sequestri la maggior parte della volte ridicoli: pochi centesimi. Abbiamo già espresso la nostra contrarietà a questa iniziativa. Il motivo? Il racket non si combatte così, bisogna colpire il vertice della piramide, altrimenti queste persone sfruttate per raccogliere soldi rischiano di essere punite dai loro aguzzini!». Rincara il capogruppo Mario Bianchini: «Prima come Scampia poi in mano alle organizzazioni criminali. Il sindaco è sicuro di governare la città prima in Italia per la sicurezza e quarta per qualità della vita? Inoltre, con questi messaggi inquietanti (manifesto nero con delinquente nello sfondo) passa l’idea che i mendicanti sono criminali, invece sono loro malgrado vittime. L’amministrazione ancora una volta ha sbagliato la forma, che in questi casi è sostanza». Replica l’assessore alla Sicurezza: «Il Fiume sensibilizzi il ministero dell’Interno, che dovrebbe bloccare il racket con attività di intelligence. Noi facciamo ciò che è di competenza di un Comune». Proprio i vigili avevano elevato decine di multe «che nessuno paga», puntualizzava l’allora comandante Arrigo Buranel, mentre sinora sono state sequestrate solo poche decine di euro.
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