Nominato cardinale il vescovo di Zuglio, Mario Zenari

UDINE. «Apprendiamo con gioia della nomina a cardinale dell'arcivescovo titolare della pieve di San Pietro di Zuglio, monsignor Mario Zenari».
Lo afferma il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, commentando la nomina annunciata domenica da Papa Francesco, investitura che tocca in particolare la Carnia.
Monsignor Zenari è infatti arcivescovo della Pieve di San Pietro di Carnia, titolo canonico senza giurisdizione territoriale espressione della continuità onorifica data dalla Chiesa dopo l'VIII secolo ininterrottamente a un vescovo.
Da oltre dieci anni il titolo è stato conferito al nunzio apostolico in Siria.
«Sua eminenza Mario Zenari - conclude Fontanini - tiene in particolar modo al suo titolo di vescovo facendo visita annualmente alla sua pieve».
Una porpora per il popolo siriano, per le vittime, per i bambini, un segnale che deve essere utilizzato il più possibile per arrivare finalmente alla pace.
Così il nunzio a Damasco, monsignor Mario Zenari, ha commentato la sua nomina a cardinale.
Zenari, il cui nome non a caso è stato il primo della lista per il prossimo concistoro del 19 novembre, resterà accanto alla popolazione siriana martoriata dalla guerra, proprio per volere di Bergoglio.
«È stata per me un'emozione che mi ha anche sconvolto effettivamente», ha detto il Nunzio a Radio Vaticana.
«È stata una sorpresa. Ringrazio di cuore il Santo Padre, perché questa porpora va alla Siria, alle vittime della Siria, a tutti coloro che soffrono per questo terribile conflitto.
Quindi la porpora è per questa gente, per i tanti bambini che soffrono, per tanta povera gente che paga le conseguenze di questo terribile conflitto».
«Direi che il Papa - ha aggiunto commentando quanto detto da Francesco - usa parole molto forti anche nei suoi messaggi e in questo caso usa anche un avvenimento, quello di creare cardinale uno che è nunzio in Siria.
E qui direi che è un avvenimento molto, molto eloquente: è qualcosa di nuovo, un nunzio cardinale che rimane nunzio lì, nella nazione in cui è».
Ora che è un cardinale, cosa cambierà nel suo impegno per la pace in Siria?
«Come mia umile persona credo che non faccio molto conto, però vorrei che questo segnale del Santo Padre venga utilizzato il più possibile.
Il mio impegno è quello che è, però dietro c'è questo appoggio! E sento la forza, sento la spinta, sento questo segnale forte del Santo Padre dietro la mia povera persona e i miei limiti.
Quindi mi sento incoraggiato e posso dire che questa missione come nunzio è veramente incoraggiata e sostenuta dal Santo Padre.
E porterà qualche beneficio certamente in più questo segnale di vicinanza, anche in questa maniera così nuova che il Papa ha voluto».
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