Niente messa di mezzanotte, tra i "don" c'è chi dice no: «Ci si occupi di sanità, non della Chiesa»

Il parroco contesta l’imposizione di anticipare le celebrazioni della Vigilia di Natale «Mai visto in mezzo secolo di sacerdozio»

TOLMEZZO. «Hanno ridotto il Cristianesimo al cenone. Ma scherziamo? La nascita del Redentore col cenone? Perché solo di questo si è parlato confondendo cenone e messa di mezzanotte. Il problema è diventato il cenone». Esprime amarezza e tutto il suo disappunto il parroco di Tolmezzo, monsignor Angelo Zanello, mentre indica le messe che il 24 dicembre in altre ore saranno celebrate a Tolmezzo al posto dell’antica celebrazione di mezzanotte, a causa delle restrizioni imposte dallo Stato.

«Che senso ha togliere proprio la messa di mezzanotte, quando lasciano invece che la si possa celebrare in altre ore? Potevano almeno dare ai sacerdoti il permesso di celebrare a mezzanotte magari con un numero ristretto di fedeli. In Chiesa – prosegue monsignor Zanello – nessuno prende il virus. Abbiamo un piano preciso pure per i distanziamenti. Lascino fare ai preti i preti, alla Chiesa la Chiesa e ai vescovi i vescovi. Perché non ci si interessa di più a come vanno le cose su altri ambiti? Tra i settori che mi preoccupano e ai quali si dovrebbe guardare di più ci sono la sanità, la prevenzione, la medicina di base. La gente è abbandonata a se stessa. In questo bruttissimo momento ci lascino almeno pregare Gesù Cristo».

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Le norme anti-Covid non consentono la messa a mezzanotte e così l’organizzazione delle celebrazioni sarà scaglionata negli orari possibili tra le 17.30 e le 20.30 di modo da averne circa due per sacerdote tra Tolmezzo e Verzegnis. «Questo è del tutto fuori da ciò che richiede la celebrazione liturgica – rileva monsignor Zanello –, la messa di mezzanotte non ce la siamo inventata, ha un riferimento teologico ben preciso nella scrittura che dice che il Verbo eterno, a metà del corso della notte, è disceso dal cielo e si è inabissato nella condizione umana. Da qui nasce la messa di mezzanotte. In cinquant’anni che sono prete non è mai successo che non si facesse la messa di mezzanotte».

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«Non capisco come possa esserci un diktat statale su questa cosa che riguarda il culto e la Chiesa. Potevano almeno dare ai sacerdoti il permesso di poter celebrare magari con un numero ristretto di fedeli, però secondo me la messa di mezzanotte doveva essere celebrata. Egeria, una pellegrina famosa, nel 381 d.c., va a Betlemme e trova i fedeli che celebrano già la messa di mezzanotte e vegliano fino all’alba. Gesù Cristo non è mica cambiato, la Chiesa ha sempre celebrato quella messa. Neanche durante la Guerra è stata dismessa. Chi non crede può, come sempre, stare a casa, ma a chi crede doveva essere data la possibilità di andare a messa. Non fare la celebrazione di mezzanotte non è cosa da poco dal punto di vista teologico, ecclesiologico, della tradizione e della testimonianza che la Chiesa deve dare fino a quando resta la chiesa di Gesù Cristo che celebra la nascita del divino Redentore del mondo, non la nascita di un personaggio qualunque, tra l’altro fondatore della nostra civiltà cristiana occidentale e orientale. Bisogna ragionare sulle cose. Sono contrariato. Sono un sacerdote che ha consacrato la sua vita a Gesù Cristo e al bene di questa società – conclude monsignor Zanello –, alla quale ho dato anche la mia vita in nome di Gesù Cristo, mica di un Dpcm. È una cosa dell’altro mondo».

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