Niente feste nè maschere in classe, la scuola vieta il carnevale. La protesta dei genitori: "Rubate i momenti migliori dell'infanzia"

TAVAGNACCO. L’istituto comprensivo di Tavagnacco vieta i vestiti di carnevale in classe. Una decisione motivata come precauzione per limitare la diffusione del Covid, che però fa discutere, soprattutto le famiglie dei bambini più piccoli.
«Ai nostri figli, quest’anno, è stato veramente tolto di tutto – afferma Chiara Volpe, mamma di un bimbo della scuola dell’infanzia –. Stanno rubando gli attimi migliori dell’infanzia ai nostri figli.
Le famiglie, vista la situazione economica poco rosea, avrebbero potuto risparmiare il costo dell’acquisto di un costume, che il prossimo anno di certo non potranno indossare. Ma mi domando, come può un abito che arriva direttamente dal domicilio, al pari della divisa quotidiana, essere fonte di trasmissione del virus?».
La dirigente dell’istituto, Caterina Cargnelutti, però è inflessibile, e per evitare di fare distinzione tra i bambini più piccoli e quelli più grandicelli, ha preferito vietare in tutte le scuole del comune non solo i festeggiamenti, ma anche i travestimenti di Carnevale.
«La scelta – commenta la preside – è stata dettata dall’attuale situazione emergenziale e risulta una misura di precauzione e di maggior tutela per impedire la diffusione del virus. È stata decisa un’azione univoca all’interno di tutti i plessi per non dare vita a differenze che avrebbero creato malumori, anche se le gestioni dei gruppi si differenziano tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria.
Al momento, in presenza di un solo caso positivo in classe – ricorda Cargnelutti – tutti gli alunni, stando alle disposizioni del dipartimento, solitamente vengono posti in quarantena. Per cui si cerca di evitare al massimo il contagio.
Tenere per 14 o 15 giorni i figli a casa con la didattica a distanza può rendere più complessa la gestione famigliare e rallentare i processi di apprendimento, specialmente nelle classi prime e seconde della scuola primaria».
Ma le mamme non ci stanno: «I nostri figli hanno sì diritto alla sicurezza e alla salute, ma anche alla spensieratezza». Inizialmente, almeno per quanto riguarda l’asilo, l’istituto aveva aperto alla possibilità di portare i bambini in costume nella giornata dell’11 febbraio, Giovedì grasso.
Nessuna festa, ma in ogni sezione i bimbi avrebbero potuto indossare i panni del loro personaggio preferito al posto della divisa quotidiana.
«Una scelta ponderata che avrebbe accontentato tutti», afferma Volpe. Poi il dietro front della dirigente, che di fatto ha cancellato il Carnevale. «Ai nostri figli è stata vietata anche una semplice maglietta colorata. Mi sembra una vera esagerazione», chiude Chiara Volpe.
Secca la replica di Cargnelutti: «Tutto quello che facciamo è per il bene dei bambini, per farli stare il più a lungo possibile all’interno della scuola, scongiurando in tal modo il rischio di contagi». —
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