Nessun abuso e corruzione: Marchetti assolto

CODROIPO. Nella decisione di assegnare il servizio di ufficio stampa del Comune di Codroipo all’agenzia “Alan Normann comunicazioni srl” di Udine, nel dicembre del 2011, non fu compiuto alcun atto di corruzione, nè tantomeno di abuso d’ufficio. É quanto stabilito ieri dal tribunale di Udine, a conclusione del processo che vedeva imputati il sindaco Fabio Marchetti, 47 anni, e il legale rappresentante della società, Massimo Lombardo, 44, di Campoformido.
«Il fatto non sussiste» la formula adoperata dal collegio giudicante per assolvere Marchetti dall’accusa dell’abuso, che il pm Marco Panzeri ha ritenuto di contestare sull’ipotesi alternativa della corruzione, al termine dell’istruttoria dibattimentale, e per la quale aveva chiesto la condanna a un anno complessivo di reclusione, in continuazione con l’ulteriore accusa di illecito finanziamento ai partiti. Un anno la pena proposta anche per Lombardo, per avere corrisposto all’allora candidato sindaco «contributi indiretti», a cominciare dalla realizzazione del sito web per la sua campagna elettorale, «in assenza di qualsivoglia corrispettivo».
Presieduto dal giudice Angelica Di Silvestre (a latere, i colleghi Roberto Pecile e Luca Carboni), il tribunale ha ritenuto fondata l’accusa di illecito finanziamento, calcolando la pena in 4 mesi di reclusione e mille euro di multa l’uno, con concessione del doppio beneficio della sospensione condizionale e della non menzione. Sentenza che le difese, rappresentate dagli avvocati Caterina Belletti e Riccardo Cattarini, per Marchetti, e Luca Ponti, per Lombardo, impugneranno, così come pare orientata a fare la Procura rispetto all’assoluzione.
Erano stati i gruppi d’opposizione in Consiglio comunale e alcuni giornalisti free lance a loro volta interessati all’ufficio stampa a sollevare sul caso un polverone. Nell’inchiesta giudiziaria che ne era seguita, la Guardia di finanza aveva puntato i fari anche sull’entità del compenso pattuito - 11.616 euro, per sei mesi di lavoro -, giudicandola spropositata rispetto ai prezzi di mercato.
A monte, dunque, il “regalo” - utilità, in termini di legge - che Lombardo avrebbe fatto a Marchetti, progettando e realizzando il sito fabiomarchettisindaco.it, la grafica dei poster, gli opuscoli e i biglietti elettorali, il “camion vela” e il messaggio elettorale. Il tutto - in ipotesi accusatoria -, senza che l’esponente di centrodestra versasse un solo centesimo, appunto. Salvo poi sdebitarsi a spese della Pubblica amministrazione.
Tesi contestata dalla difesa di Marchetti, che a dibattimento ha dimostrato come l’attività svolta per la campagna elettorale fosse stata regolarmente rendicontata per complessivi 200 euro. E che, nelle conclusioni, aveva comunque escluso che «l’attività di volontariato su cui vivono i partiti» potesse rientrare nella sfera degli illeciti finanziamenti pubblici, specie dopo la recente stretta normativa.
Soddisfazione è stata espressa invece per l’assoluzione. «A fare cadere l’ipotesi dell’abuso – ha ricordato l’avvocato Belletti – era stata la funzionaria comunale che, chiamata a testimoniare dal pm, aveva escluso esserci stata pressione da parte del sindaco sulla scelta dell’ufficio stampa e aveva ricordato di avere valutato lei stessa tra i vari curricula quello (dell’Alan Normann, appunto, ndr) ritenuto più idoneo».
E se della corruzione alla fine del processo si è smesso di parlare è anche per le argomentazioni portate a dibattimento dall’avvocato Ponti. «Non poteva sussistere – ha detto – per il semplice fatto che lo scambio avvenne quando Marchetti non era ancora sindaco e, quindi, neppure pubblico ufficiale». Quanto all’abuso, «mancavano tutti e tre i requisiti dell’ingiustizia, trattandosi di consulenza esterna realmente realizzata, congrua e non estranea all’attività della Pubblica amministrazione».
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