Nelle scuole di Udine nessuno stop al tempo pieno e orari flessibili ovunque: le indicazioni degli istituti
UDINE. Negli istituti comprensivi della città nessuno stop al tempo pieno, ma una rimodulazione a orari, facendo “saltare” un pomeriggio della settimana, e a spazi, facendo ricorso laddove possibile ai pannelli per separare gli ambienti. Alle superiori, invece, massimo 28 studenti per classe, suddivisi anch’essi in gruppi. Quello che non dovrà mancare sarà il senso di responsabilità da parte gli studenti più grandi, perché devono capire che «tornare a seguire le lezioni in presenza sarà un privilegio».
Sono tutte ipotesi a cui i dirigenti scolastici stanno pensando. Un lavoro non facile, perché le decisioni finali su come gestire i problemi per il contenimento della pandemia da Covid-19 sono demandate proprio ai dirigenti, alle prese con un puzzle di non facile soluzione. Per quanto riguarda i più piccoli, dall’infanzia alle primarie, i genitori possono tirare un sospiro di sollievo, in quanto pare non ci sarà nessuno stop al tempo pieno. Secondo le linee guida del Ministero, gli orari delle lezioni, gli ingressi e le uscite da scuola andranno rivisti per evitare assembramenti. Questo aveva scatenato l'allarme dei sindacati della scuola che avevano pubblicato un documento per mettere a confronto i vecchi orari con quelli che dovrebbero essere applicati con le nuove misure. Una modifica che, secondo le associazioni sindacali, metterebbe a serio rischio il tempo pieno.
Al momento, almeno a Udine, la possibilità che questo accada pare essere scongiurato. «Il rischio – conferma Paolo De Nardo, dirigente del primo istituto comprensivo – non c'è. Con i nuovi criteri ministeriali, che calcolano il metro statico e non dinamico tra i banchi, riusciremo a mettere a posto la gran parte delle classi. Certo, il rischio della riduzione di qualche ora c'è, ma è solo un’ipotesi. Potrebbe accadere – prosegue – che in alcuni casi si esca un po’ prima ogni giorno, oppure che si salti un intero pomeriggio a settimana». Simile situazione al terzo comprensivo. «La soppressione del tempo pieno – conferma la dirigente Maria Cacciola – non è stata presa in considerazione. Questa è la situazione, ma sappiamo che potrebbe cambiare da un giorno all’altro. Quindi cerchiamo di essere realisti e andare avanti per piccoli passi».
Per fasi ragiona anche il gruppo di lavoro del Malignani, dove il prossimo anno ci saranno ben 110 classi attivate. «Gli aspetti su cui possiamo giocare – spiega il dirigente Andrea Carletti che è anche alla guida dell’istituto comprensivo di Manzano – sono la flessibilità del tempo e degli spazi. Stiamo ragionando su come spostare qualche ragazzo dalle classi più numerose, così da arrivare a un massimo di 28 alunni in aula. L’idea è di creare negli spazi più larghi e comuni dell’istituto isole formate da tavoli o sedie con tavolini incorporati come quelli delle aule conferenze. I gruppi, poi, potrebbero essere suddivisi in due, una parte seguirebbe la lezione con il professore e la seconda online in un’altra aula».
Didattica a distanza, dunque, scongiurata? «Pensiamo di mantenerla solo per servizi accessori, come ricevimento studenti, corsi di recupero o attività di sportello». Anche al liceo artistico Sello si ragiona «sugli spazi utilizzabili e rivedere l’impianto dell’orario – racconta la dirigente Rossella Rizzatto – non è cosa di poco conto e le stiamo provando tutte. Abbiamo grossi vincoli legati ai laboratori che non possono essere sostituiti facilmente. Con uno sforzo enorme, riusciremo a garantire il 90 per cento delle lezioni com’erano prima. Quello che è chiaro – ammonisce – è che i ragazzi devono che rientrare a scuola in presenza sarà un privilegio e dovranno essere responsabili per quanto riguarda le norme anti-contagio, altrimenti l’unica alternativa sarà il ritorno alla Dad».
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