Nei panni di Medea Franco Branciaroli al Verdi di Pordenone

PORDENONE. Sarà Medea con Franco Branciaroli, in scena martedì 5 e mercoledì 6 dicembre, alle 20.45, a sostituire, nel cartellone della programmazione del teatro Verdi di Pordenone, lo spettacolo Emilia di Giulia Lazzarini, annullato a causa di problemi di salute della protagonista.
Una sostituzione di grande prestigio: Franco Branciaroli è infatti di nuovo protagonista della storica edizione di Medea diretta da Luca Ronconi nel 1996, allestita da Daniele Salvo.
È un omaggio al grande maestro scomparso nel 2015, offerto da uno degli artisti che ha lavorato con lui più a lungo (basti ricordare gli indimenticabili La vita è sogno, Prometeo incatenato, Lolita): sarà dunque di un’occasione imperdibile di rivedere una delle pietre miliari della storia registica e interpretativa del secondo Novecento.
Nella tragedia di Euripide, Medea è una forza straripante e dalle mille sfaccettature: ora feroce e vendicativa assassina, ora vittima di pulsioni interne incontrollabili, o anche moglie così addolorata per l’abbandono del marito da arrivare a perdere ogni raziocinio. La grandezza del personaggio, in lotta fra razionalità e passioni, sta nella sua complessità.
«Medea – si legge nelle note di regia di Ronconi – è il prototipo dell’eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l’amore per i figli, mentre le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di precorritrice del movimento femminista». Ma la protagonista tende piuttosto a presentarsi non tanto come una donna lacerata dall’amore o come una femminista ante litteram, quanto piuttosto come una minaccia.
«Io non interpreto una donna – spiega dal canto suo Branciaroli – sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile. Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene una forza che si accanisce sulle nuove generazioni: Medea dallo sguardo di toro, come viene definita all’inizio.
Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone».
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