Nei panni di Medea Franco Branciaroli al Verdi di Pordenone

La storica edizione nell’allestimento di Daniele Salvo. Sostituirà lo spettacolo Emilia di Giulia Lazzarini, annullato
SPETTACOLI BRESCIA CENTRO TEATRALE BRESCIANO MEDEA NELLA FOTO SCENA 07/05/2017 REPORTER FAVRETTO
SPETTACOLI BRESCIA CENTRO TEATRALE BRESCIANO MEDEA NELLA FOTO SCENA 07/05/2017 REPORTER FAVRETTO

PORDENONE. Sarà Medea con Franco Branciaroli, in scena martedì 5 e mercoledì 6 dicembre, alle 20.45, a sostituire, nel cartellone della programmazione del teatro Verdi di Pordenone, lo spettacolo Emilia di Giulia Lazzarini, annullato a causa di problemi di salute della protagonista.

Una sostituzione di grande prestigio: Franco Branciaroli è infatti di nuovo protagonista della storica edizione di Medea diretta da Luca Ronconi nel 1996, allestita da Daniele Salvo.

È un omaggio al grande maestro scomparso nel 2015, offerto da uno degli artisti che ha lavorato con lui più a lungo (basti ricordare gli indimenticabili La vita è sogno, Prometeo incatenato, Lolita): sarà dunque di un’occasione imperdibile di rivedere una delle pietre miliari della storia registica e interpretativa del secondo Novecento.

Nella tragedia di Euripide, Medea è una forza straripante e dalle mille sfaccettature: ora feroce e vendicativa assassina, ora vittima di pulsioni interne incontrollabili, o anche moglie così addolorata per l’abbandono del marito da arrivare a perdere ogni raziocinio. La grandezza del personaggio, in lotta fra razionalità e passioni, sta nella sua complessità.

«Medea – si legge nelle note di regia di Ronconi – è il prototipo dell’eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l’amore per i figli, mentre le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di precorritrice del movimento femminista». Ma la protagonista tende piuttosto a presentarsi non tanto come una donna lacerata dall’amore o come una femminista ante litteram, quanto piuttosto come una minaccia.

«Io non interpreto una donna – spiega dal canto suo Branciaroli – sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile. Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene una forza che si accanisce sulle nuove generazioni: Medea dallo sguardo di toro, come viene definita all’inizio.

Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone».

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