Negozio Tuodì Saltano 14ª e parte dello stipendio

Non ha dato gli esiti sperati l’incontro al Mise voluto per fare chiarezza sul futuro dei lavoratori del marchio Tuodì, presente a Pordenone con un negozio in viale Treviso che ha le serrande...
Non ha dato gli esiti sperati l’incontro al Mise voluto per fare chiarezza sul futuro dei lavoratori del marchio Tuodì, presente a Pordenone con un negozio in viale Treviso che ha le serrande abbassate da due settimane. Sono pochi gli elementi concreti emersi dal tavolo di ieri, al quale non si sono presentati né il curatore fallimentare del gruppo Dico (al quale Tuodì fa capo) né la proprietà: a rappresentare l’azienda è stato un pool di avvocati. Ai sindacati è stato riferito che i dipendenti dei 123 negozi chiusi – 18 tra Veneto e Friuli, sul totale di 375 esistenti in Italia – non riceveranno la quattordicesima e lo stipendio dei primi dieci giorni di luglio, ovvero quelli precedenti la presentazione della richiesta di concordato preventivo da parte del gruppo al tribunale di Roma. Regolare sarà invece l’erogazione della mensilità dall’11 luglio in poi.


Cosa accadrà in seguito? «I lavoratori – spiega la segretaria provinciale della Filcams Cgil Daniela Duz, ricordando che la sede di Pordenone impiega quattro donne – usufruiranno di ferie e permessi residui. Nel frattempo partirà la richiesta della Cigs, per la quale è stato già fissato un incontro al Mise. Sappiamo che l’azienda ha chiesto una proroga, per un totale di 120 giorni, per il piano concordatario». La Cigs riguarderà sia i dipendenti dei punti vendita chiusi di recente sia i lavoratori che non hanno trovato nuova collocazione dopo le serrate avvenute in passato. «Ci è stato riferito – prosegue Duz – che è stato congelato il debito pregresso dell’azienda nei confronti dei fornitori e che la proprietà ha concordato con i medesimi pagamenti futuri sino a 60 giorni. All’incontro non si è parlato di vendita, anzi l’azienda tramite gli avvocati ha dichiarato l’intenzione di riaprire, da settembre in avanti, i negozi chiusi».


Una prospettiva che riguarderebbe la sede di Pordenone, anche se i sindacati invitano alla cautela. «Ci auguriamo che sarà così, ma a oggi non abbiamo certezze». Nella vicenda, che riapproderà al Mise il 15 settembre per un nuovo incontro con la proprietà, è stato coinvolto il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, al quale la Filcams ha spedito l’invito a un incontro.


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