Muore dopo un malore indagato primario reanese

REANA DEL ROJALE. Un primario molto conosciuto nel Veneziano, Giovanni Mazzanti, 62 anni, nativo di Gemona ma residente a Reana del Rojale, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Pordenone (competente nel mandamento portogruarese dal 2013) in relazione alla morte di un 48enne di Fossalta di Portogruaro, Walter Zadro, commesso al negozio Bidon la Scarpa, sulla statale 14 Triestina, e dirigente della Fossaltese Calcio, realtà dilettantistica della Promozione. Era sposato e aveva una figlia.
I familiari hanno deciso di rivolgersi alla magistratura, attraverso un esposto, per verificare se vi fosse una relazione tra la morte di Zadro, avvenuta all’1 di lunedì scorso dopo un malore che lo aveva colpito due ore prima in casa, e una cura che dal 10 ottobre l’uomo stava seguendo. Zadro, infatti, si stava sottoponendo a iniezioni a base di Cimzia, un farmaco che si assume per guarire dall’artrite reumatoide.
Intanto, però, è stato rilasciato il nulla osta per i funerali. Ieri sera si è recitato il rosario nell’asilo di Fossalta, sede delle cerimonie religiose per l’inagibilità della chiesa di San Zenone. E nell’istituto d’infanzia questa mattina, alle 10.30, verranno celebrate le esequie.
Zadro era una persona molto conosciuta e stimata nel suo paese, anche per i trascorsi calcistici. Durante la sua militanza nelle squadre giovanili del San Giorgio al Tagliamento, formazione che non esiste più, ha calcato da avversario diversi campi della provincia di Udine, giocando da Latisana a Lignano, da Ronchis a Codroipo. Da dilettante nelle formazioni senior ha militato solo in squadre veneziane come Ceggia, Fossaltese (di cui era dirigente) e Gruaro.
Bocche cucite all’Azienda sanitaria di riferimento dell’indagato, l’Ulss 10 del Veneto Orientale, mentre lo stesso dottor Mazzanti ieri, per tutto il giorno, era irragiungibile perché impegnato in un corso di aggiornamento professionale.
Il medico di Reana ricopre l’importante incarico di direttore dell’Unità operativa di medicina generale dell’ospedale di San Donà di Piave, al quale Zadro si era rivolto per risolvere il problema di salute che lo tormentava ormai da tempo.
«Vogliamo capire come sono andate le cose – ha riferito il cognato del deceduto, Massimo Drigo, in passato anche suo compagno di squadra –, noi familiari ci battiamo per sapere se c’è una relazione tra il farmaco che stava assumendo e la sua morte. Tutto qua».
Ieri mattina il medico legale e anatomopatologo pordenonese Giovanni Del Ben ha eseguito l’autopsia nella cella mortuaria di Portogruaro. I risultati saranno pronti entro 60 giorni. Il consulente dovrà stabilire se sussistono responsabilità e condotte omissive dei medici e del personale sanitario degli ospedali di Portogruaro e San Donà che, come si legge nel provvedimento del pm, «in data 10 ottobre avrebbe avviato a Zadro una cura sperimentale e la somministrazione della prima iniezione del farmaco Cimzia».
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