Muore a 26 anni per il linfoma di Hodgkin, Udine piange il “guerriero” Stefano

Cordoglio nel quartiere dei Rizzi per la scomparsa di Stefano Liva, 26 anni, morto nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 aprile dopo una lunga battaglia contro una malattia che non gli ha lasciato scampo

UDINE. Cordoglio nel quartiere dei Rizzi per la scomparsa di Stefano Liva, 26 anni, morto nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 aprile dopo una lunga battaglia contro una malattia che non gli ha lasciato scampo.

Prima il linfoma di Hodgkin, tumore che colpisce il sistema immunitario. Poi un’ulteriore evoluzione, di fronte alla quale anche i medici hanno dovuto alzare bandiera bianca.

Stefano lascia la mamma Barbara e il papà Alberto, ma anche i nonni Gianni e Rita, con i quali ha vissuto negli ultimi due anni.

Figlio unico, Stefano si era diplomato al Bearzi, prima di trovare lavoro in un’azienda di Udine. Un’occupazione che lo ha impegnato appena per un mese, prima dell’inesorabile avvento della malattia.

«Era un guerriero, non si è mai arreso neppure di fronte alle difficoltà di una patologia che lo ha provato duramente – racconta commossa mamma Barbara –. Di fronte alle proposte dei medici non si è mai tirato indietro, ha sempre accettato le cure.

La malattia, paradossalmente, mi ha permesso di conoscere meglio mio figlio, di scoprire una volta di più che persona meravigliosa fosse».

Appassionato e assiduo frequentatore della palestra, «diceva che proprio come in palestra anche nella vita bisognava spingersi oltre i propri limiti», spiega ancora la mamma, che tiene a ringraziare il Day Hospital dell’ematologia, lo stesso reparto di ematologia dell’ospedale di Udine e il centro trapianti cellulari e, in particolari, il dottor Volpetti, la dottoressa Filì, la dottoressa De Marchi, il professor Zaia, il dottor Fanin, la dottoressa Patriarca, la dottoressa Sferotto e il dottor Rabassi «per la dedizione, l’amore e la forza trasmessa a Stefano durante il duro cammino della malattia».

I funerali di Stefano saranno celebrati giovedì 5,  a mezzogiorno, nella chiesa di Sant’Antonio da Padova ai Rizzi.
 

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