Multe non pagate: nelle casse di Latisana 155 mila euro in meno

Pari a quasi la metà del capitolo di previsione del bilancio. Sono state 798 le sanzioni legate ad autovelox e “ignorate”

LATISANA. Quasi ottocento verbali per infrazioni al Codice della strada non pagati nei termini di legge e finiti a ruolo nel corso del 2018, per un totale di più di 155 mila euro di mancato incasso per il Comune di Latisana. Praticamente il 47% dell’intero capitolo di previsione del bilancio che ammontava a 330 mila euro non è finito nelle casse del Comune, ma in un elenco di ruoli resi esecutivi dall’ente in questi primi mesi dell’anno.

La bellezza di 798 verbali (tutti emessi da autovelox) con destinatari sparsi per tutto il Paese e per la quasi totalità elevati lungo la Strada regionale 354 di collegamento fra Latisana e Lignano Sabbiadoro.

Da una lettura dei dati appare che i maggiormente indisciplinati alla guida non sono tanto i turisti della Riviera, quanto i cosiddetti pendolari del mare: il 79% dei verbali emessi e andati a ruolo vede destinatario un residente del Friuli Venezia Giulia, 497 i multati residenti in provincia di Udine (per un totale di quasi 91 mila euro di mancato incasso), 92 quelli che abitano in provincia di Pordenone, 30 e 18 rispettivamente nel goriziano e a Trieste. Una sessantina i multati “morosi” della provincia di Venezia, 18 quelli residenti in provincia di Padova, 14 Treviso, 12 Milano, 11 Bari, 9 Roma, 6 Pesaro Urbino, 5 Verona e 3 nelle province di Brescia, Catanzaro, Firenze, Lecce, Parma, Pavia, Taranto, Trento e Vicenza.

Intanto prosegue per i due nuovi velox installati sulla Sr 354 nei due tratti con limite a 90 chilometri orari, il periodo di sperimentazione con gestione diretta da parte del Comando di Polizia Locale, in attesa di definire l’assegnazione dell’appalto di gara; martedì la giunta comunale ha deciso di rivedere i criteri inizialmente assegnati alla gara, riducendo i tempi della gestione inizialmente ipotizzati a tre anni prorogabili di due, limitando il periodo a due anni con un’eventuale proroga di sei mesi, «per meglio valutare gli aspetti economici legati all’intervento», la motivazione riportata nell’atto.

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