Mostro di Udine, spuntano nuovi reperti: chiesta la riapertura delle indagini

Istanza dell'avvocato dei familiari di Maria Luisa Bernardo e Maria Carla Bellone, due delle donne uccise tra il 1971 e il 1989 in Friuli
La pagina del Messaggero Veneto dedicata all'assassinio di Marina Lepre
La pagina del Messaggero Veneto dedicata all'assassinio di Marina Lepre

UDINE. Una richiesta di riapertura delle indagini sugli omicidi irrisolti del "mostro di Udine" è stata avanzata, venerdì 15 marzo, dall'avvocato Federica Tosel, legale dei familiari di Maria Luisa Bernardo e Maria Carla Bellone, due delle donne uccise tra il 1971 e il 1989 in Friuli da quella che gli inquirenti dell'epoca ipotizzarono essere la "stessa mano".

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La notizia trova conferma da fonti giudiziarie. L'avvocato Tosel chiede in particolare di verificare se su alcuni reperti all'epoca raccolti sia possibile effettuare ulteriori indagini tecniche per stabilire ad esempio se si possa identificare un dna o del materiale biologico.

In tutto sono 15 le donne uccise. Questa crudele scia assassina comincia il primo giorno d’autunno del 1971: il Mostro uccide Irene Belletti.

Marina Lepre è uccisa barbaramente sul greto del fiume Torre, tra il 25 e il 26 febbraio 1989: è l’ultima della lunga serie. Una colonna di omicidi che ha avuto solo tre condanne, ma mai un colpevole per quelli avvenuti con le modalità della Lepre.

Nel 1985 Aurelia Januschewitz fa la stessa fine: prelevata dalla strada, uccisa con il macabro rituale della Lepre, e pure lei con una inconfutabile firma: una “esse” sul ventre, quasi un taglio cesareo, e poi buttata nella prima periferia. Due anni prima è la volta di Luana Gianporcaro, una ragazza triestina, con problemi psichici, e analoghe fatiche.

Anche lei, con lo stesse modalità delle precedenti, viene scaraventata come un sacco di immondizia. Gettata poi a Lumignacco, in un deposito rifiuti. Il Mostro uccide indisturbato. Quasi ogni due anni. Preleva vittime che non sono in grado di reagire. E prima ancora, 15 febbraio 1980, Maria Carla Bellone, una giovane ragazza, trovata nei campi a Pradamano.

Sono queste le quattro vittime accomunate dalla medesima morte. Esiste un’analisi medico legale che lo attesta, nel 1995, e cioè sei anni dopo l’ultimo omicidio. Per le caratteristiche dell’assassinio si ipotizza con quel dossier a firma Carlo Moreschi che la mano sia unica e per di più esperta di arma da taglio.

Purtroppo le donne assassinate a Udine dal 1971 al 1989 sono molte di più: quindici, con due casi risolti. Eugenia Tilling, morta nel 1975, e Matilde Zanette, deceduta nel 1984.

Le modalità sono diverse dai casi del Mostro: qui si tratta di strangolamento o utilizzo di arma da taglio, senza “quella” firma perversa.

Una docu-serie televisiva sul mostro di Udine andrà in onda a fine maggio su Crime+Investigation (in esclusiva su Sky al canale 119). La docu-serie ricostruisce in quattro episodi la lunga serie di omicidi.

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